Johann ha sempre proposto la capriola all'indietro dopo ogni singola vittoria, cioè sino ai tempi della Moto2. Niente volteggi per il francese nella classe regina, tranne quello di Valencia 2019, in cui fu travolto dalla moto di Lecuona
Johann Zarco è bello carico e convinto, a ben donde diremmo, perchè lanciato nuovamente e ufficialmente in MotoGP dal Pramac Racing, formazione Ducati di cui è il pilota più esperto dei due schierati. Trentadue anni da compiere il prossimo 16 luglio, pronto alla quattordicesima stagione iridata di carriera, già detentore di doppio titolo della Moto2, il nativo di Nizza è uno dei top rider da tenere d'occhio.
E saranno da tenere d'occhio anche i suoi festeggiamenti, perchè spettacolari e spericolati. Vi ricordate il backflip, capriola rotante all'indietro, messa in mostra dopo i successi conseguiti in ogni singola tappa della categoria di mezzo? Già difficile è completare un volteggio del genere, ancora peggio se vestiti di tuta, stivali, guanti e casco.
Bisogna essere perfettamente allenati, agili e abituati all'ardito movimento ginnico. E coordinati con tutto il resto, contesto del caso, ovviamente. Johann si "ribalta" solo se ribaltato di gioia, cioè, dopo aver vinto. Ecco perchè in MotoGP non l'ha più fatto il suo backflip: tranne in un caso, non voluto.
Quel 2019 fu per Zarco davvero strano, particolare, duro. Il francese cominciò l'annata vestendo i colori KTM. C'erano tutte le premesse per fare bene: moto e assistenza ufficiale, stipendio adeguato al ruolo, obiettivi da primo della classe. Però, le cose non quadrarano e lui, dopo averlo ripetutamente dichiarato, non volle più guidare la RC16. Anzi, fu lo stesso team a sottrargliela, mettendoci sopra - a precedere il Gran Premio di Aragòn - il finlandese Mika Kallio. Johann si ritrovò per un attimo a piedi, ma giusto per un breve attimo.
Bè, insomma, un attimo... tre attimi, diciamo, tradotto in tre appuntamenti iridati. Poi, una sliding door girò, facendolo ritrovare a bordo di una Honda della squadra LCR, libera a causa della defezione registrata dal titolare, Takaaki Nakagami. Il francese tornò a correre in Australia, tredicesimo, poi incassò due "zero". Quello di Valencia fu terribile: scivolato nella ghiaia, rialzatosi e (probabilmente) deluso, imprecante e arrabbiato, Johann fu abbattutto, nel vero senso del termine, da dietro.
Era la moto dell'appena finito giù Iker Lecuone, guarda caso una KTM, a sua volta a terra e sopraggiunta a tradimento alla velocità della luce. Zarco non poteva immaginarselo e, poverino, ricevette un colpo tremendo, capace di farlo volteggiare all'indietro come una libella. Un backflip dei suoi, in quel caso non desiderato, concluso con qualche ammaccattura e un grosso spavento. Fu l'ultimo visto in MotoGP.
Perché quell'episodio di Valencia 2019 fu solo l'apice di un periodo particolare vissuto da Zarco. Come detto, lasciò volontariamente KTM, annunciandolo pubblicamente. Era il 12 agosto di quell'anno e, malgrado un contratto firmato con la Casa austriaca e valido due stagioni, il francese non ne concluse nemmeno una.
La chiamata del team di Lucio Cecchinello e la guida della Honda RC 213V arrivò quasi per caso, spinta dall'esigenza del giapponese Nakagami, intenzionato a risolvere - previo intervento chirurgico - un infortunio pregresso. Johann, sicché, dovette rimettersi sul mercato.
Trovò posto in Avintia, formazione Ducati satellite, per la contesa 2020. In effetti non andò nemmeno male, e il podio conquistato e Brno lo spiega bene. Per lui piazzamenti anche in top five, malgrado una Desmosedici lontanto dall'essere ufficiale. Meglio con Pramac, squadra che lo ha messo nella giusta condizione di esprimersi: quinto posto finale e miglior pilota Indipendente in classifica.
Ricordato uno degli episodi più difficili della carriera di Johann, adesso torniamo al presente. Zarco è in forma, piace con la barba (commenti dei lettori, non nostri, eh) sembra addirittura dimagrito e ulteriormente elastico. Lo vedremo presto in sella, certo, ma guardate la foto qui sopra.
Sì, il francese ha sparato un backflip, ed era - come già spiegato - vestito di tutto punto: tuta, guanti, stivali, casco... esecuzione (pare) perfetta per il numero 5, un ginnasta votato alle due ruote da corsa.
Siccome in MotoGP il nizzardo possa vantare podi da secondo e terzo posto, considerato che egli stesso abbia ammesso di volersi migliorare, si auspica che riesca a vincere quest'anno almeno una gara. Ci scommetteremmo, anzi, scommettiamo una cosa? Regalerebbe al pubblico e a sé stesso, uno dei suoi bellissimi backflip. Volontariamente.
Ana Carrasco ha lasciato Kawasaki: "Era una famiglia, ma voglio nuove sfide"
Link copiato