MotoGP: anno d’oro per Yamaha, ma il 2022 sembra già in salita

MotoGP: anno d’oro per Yamaha, ma il 2022 sembra già in salita

A distanza di 6 anni dall’ultima volta, la Yamaha torna sul gradino più alto della top class. Con Fabio Quartararo la casa di Iwata si è ripresa un titolo che mancava dal 2015. Nel 2022 la coppia Quartararo-Morbidelli proverà a contrastare le Ducati e non solo

29.12.2021 ( Aggiornata il 29.12.2021 16:28 )

Il 2021 della Yamaha non può che considerarsi speciale, con il doppio successo tra MotoGP e Superbike. Per la casa di Iwata un anno storico dove però non sono mancate tensioni e problemi, dalla vicenda Viñales (passato in Aprilia a metà stagione) fino ai problemi fisici di Morbidelli e ai test poco convincenti di Jerez. Una vittoria iridata meritata, figlia di una moto che, nelle mani del francese, è stata la migliore per buoni tratti di stagione. Eppure, nonostante un'annata da titolo, non mancano punti interrogativi su alcune situazioni che inevitabilmente si protrarranno nella prossima stagione e che la casa di Iwata deve gestire bene per farsi trovare pronta.

Una stagione da protagonisti, ma in sofferenza nella seconda metà


Una stagione impreziosita dal titolo iridato non può che essere definita positiva, tuttavia l’anno del team Monster Energy Yamaha è da dividersi in due parti. Nelle prime nove gare per la moto di Iwata sono arrivate cinque vittorie, quattro con Quartararo e una con Vinales. Nella prima metà di campionato la M1 è stata il riferimento della top class, la moto più equilibrata e maneggevole, in termini di guidabilità la più performante, gentile con le gomme e migliorata in accelerazione rispetto al 2020. Nella seconda parte di campionato però sono arrivati i primi problemi, di ritorno dalla pausa estiva le altre case hanno compiuto un netto passo in avanti, su tutte la Ducati che nelle restanti nove gare si è aggiudicata cinque GP, quattro con Bagnaia e una con Martin, mentre la Yamaha ha trionfato per l’ultima volta con Quartararo ad Agosto a Silverstone.

Il gap in termini di accelerazione e velocità massima è diventato più evidente, anche se la costanza del francese ha colmato in più di un'occasione le differenze gara per gara. Come ha dichiarato recentemente Dovizioso, Quartararo è stato abile a mascherare i problemi di una moto che solo lui è effettivamente riuscito a portare al limite; tralasciando gli scarsi risultati ottenuti dal team Petronas con Valentino Rossi e dallo stesso forlivese, anche Vinales e Morbidelli hanno sofferto, seppur per motivi che in parte non sono stati dovuti solo al comparto tecnico. Dopo la vittoria all’esordio per lo spagnolo, fino al momento della rottura con la squadra giapponese avvenuto nel GP di Stiria, i risultati sono stati deludenti, sempre giù dal podio tranne che in occasione del GP di Assen dove terminò secondo. Situazione complicata anche per Morbidelli, che come miglior risultato ha ottenuto l’11esimo posto di Valencia, anche se fortemente condizionato dai problema e dalla riabilitazione al ginocchio.

Serve un step in avanti per difendere il titolo


Dunque, un’annata comunque da ricordare per la moto di Iwata e per il team ufficiale, anche se la seconda parte di stagione assomiglia un po' ad un campanello d’allarme, il tutto confermato anche dai test di Jerez, dove Quartararo e la M1 hanno faticato soprattutto nei confronti della Ducati e di Pecco Bagnaia, che al momento sembrano il riferimento tecnico della top class. È pur vero che quest’anno la squadra ufficiale è stata trainata interamente dal pilota francese, mentre l’anno prossimo, con un Franco Morbidelli recuperato fisicamente, la prima linea Yamaha sarà ben attrezzata per fronteggiare i rivali.

I due piloti avranno motivazioni diverse ma obiettivi simili; per Quartararo, che ha di fatto preso l’eredità di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, il compito e l’onere di difendere il titolo, ambizione possibile ma non facile in considerazione dei valori in campo già evidenti per la prossima stagione, da Bagnaia e la Ducati a Mir e la Suzuki, senza dimenticare Marquez, che se in piena forma, resta il pericolo numero uno per tutti. Per Franco Morbidelli la stagione 2022 sarà forse la più importante della sua carriera in top class; dopo la battuta d’arresto di quest’anno, l’italo-brasiliano avrà l’occasione di dimostrare il suo valore in sella alla moto ufficiale, consapevole del fatto che è in grado di lottare per il titolo, come dimostrato nel 2020.

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