MotoGP: Ducati, una stagione a metà del sogno

MotoGP: Ducati, una stagione a metà del sogno© Milagro

Grazie al contributo di cinque protagonisti differenti, la Ducati rivince il mondiale costruttori, ma Dall’Igna fissa l’obiettivo: "Il titolo piloti è alla portata". E Bagnaia sembra l’uomo giusto per l’assalto

05.12.2021 ( Aggiornata il 05.12.2021 20:41 )

Un anno dopo, l’Algarve è stato nuovamente teatro della festa Ducati per il titolo costruttori. Un premio che dice come la moto di Borgo Panigale sia “teoricamente” la migliore della stagione. Le virgolette sono necessarie perché tale riconoscimento è vincolato ai risultati dei piloti, un fattore che può non accompagnarsi a una realtà tangibile come la meccanica. Quest’anno, però, piloti e moto hanno viaggiato di pari passo, ed esiste il giudizio all’unanimità di fronte alla competitività della Desmosedici GP21.

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I numeri di una stagione (quasi) perfetta


Lo certificano i numeri e lo confermano i commenti dei rivali. “La Ducati è chiaramente la moto migliore della griglia. Piloti con stili di guida completamente differenti e piloti con combinazioni di pneumatici differenti riescono a essere veloci, a vincere gare o a salire sul podio”. A dirlo è Pol Espargaró, che sottolinea. “Questo non vale soltanto in gara, basta guardare la Q2, dove la Ducati è terribilmente efficace nella fase di attacco al tempo. E i suoi piloti non cadono quando danno tutto sul giro secco!”.

Le statistiche rafforzano in modo netto quanto detto dal minore dei fratelli Espargaró. Perché soltanto tre volte in 18 GP la Ducati non ha portato nessuno sul podio né in pole position. Paradossalmente la prima volta è stata al Mugello, che nel passato recente era stato il fortino inespugnabile della Rossa. Poi è successo anche su piste dove la Ducati non ha “marcato il territorio”, Assen e Silverstone. Il titolo costruttori è arrivato grazie ai risultati di cinque piloti, proprio come un anno fa. Tra loro, tre hanno vinto GP – Pecco Bagnaia, Jack Miller e Jorge Martin – una prima volta storica per la Ducati. Mentre Johann Zarco ed Enea Bastianini sono saliti sul podio. E anche se questo non porta punti, lo stesso dato delle 11 pole position –  altro record per la Casa bolognese – con Bagnaia, Martin e Zarco la dice lunga sul valore della GP21.

Eppure… non è stata la stagione perfetta. “Siamo felici della competitività della nostra moto, ma c’è anche un po’ di amaro in bocca. Perché il titolo piloti era alla portata di Pecco”. Lo ha detto Gigi Dall’Igna, dopo il titolo ottenuto. E l’insaziabile ingegnere veneto non ha tutti i torti.

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Tuttavia un campione si decide sull’andamento dell’intera stagione. La memoria è corta, e ci si ricorda soltanto delle ultime gare. Nelle quali Bagnaia è stato certamente il più rapido: pole ad Aragón, Misano 1, Austin, Misano 2 e Portimao 2; vittoria ad Aragón, Misano 1, Portimao 2 e Valencia, un ulteriore podio in Texas. Un’esplosione vera e propria, il famoso click che arriva a chi ottiene il primo successo. Peccato soltanto che questa prima vittoria sia arrivata quattro gare prima che Fabio Quartararo si laureasse campione del Mondo. La Yamaha non è certamente la moto migliore dell’odierna MotoGP, e a Portimao – complice la caduta del francese – la Casa di Iwata ha ottenuto il peggior risultati dal 1995 (!), eppure Fabio è stato il pilota più veloce della stagione. Tutto questo, però, è già il passato. Il 2022 dovrà costituire l’anno dell’assalto al titolo, il sogno della Ducati fin dal 2007. E forse Dall’Igna ha finalmente trovato il pilota con cui inseguire il sogno…

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