Dopo aver gioito per il Titolo Costruttori della Ducati, il giorno dopo la gara di Portimao c'è spazio per una considerazione statistica: è l'ottava stagione di fila in cui un pilota italiano si laurea vice campione del mondo MotoGP. Un tabù da sfatare assolutamente l'anno prossimo
Grazie alla vittoria ottenuta nel GP Algarve, Francesco Bagnaia si è laureato matematicamente vice campione del mondo MotoGP 2021. Un titolo assolutamente consolatorio, ma che dimostra l’ottima stagione compiuta dal piemontese al primo anno da pilota ufficiale Ducati, in cui ha conquistato tre vittorie e otto podi (e manca ancora Valencia).
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Un risultato che offre uno spunto statistico: infatti, il 2021 è l’ottavo anno di fila in cui un pilota italiano termina al secondo posto il Mondiale della top class.
Una striscia iniziata da Valentino Rossi nel 2014, quando il Dottore si classificò secondo alle spalle dell’inarrivabile Marc Marquez. Risultato bissato dal pesarese anche nel famigerato 2015, stagione che vide trionfare Jorge Lorenzo grazie al successo colto nel GP Comunità Valenciana.
Copione simile pure nel 2016, quando Valentino chiuse la stagione da vice campione dietro a Marquez.
Dal 2017 al 2019, è stato Andrea Dovizioso a prendersi la piazza d’onore per ben tre anni di fila, lottando contro un Marc che in quel periodo storico pareva imbattibile.
Le ultime stagioni sono state segnate, invece, dall’esplosione dei giovani Franco Morbidelli e Pecco Bagnaia. Nel 2020, Morbido era riuscito a chiudere la stagione alle spalle del consistente Joan Mir, nonostante una Yamaha nettamente inferiore alla concorrenza. Fino ad arrivare alla stagione attuale in cui, come scritto, è stato il #63 a portarsi a casa la medaglia d’argento alle spalle di Fabio Quartararo.
Insomma, in un 2021 che ha visto i nostri colori trionfare praticamente in tutte le discipline, dagli Europei di calcio all’atletica passando per il football americano, il trend non ha purtroppo coinvolto la MotoGP, eccezion fatta per il Mondiale Costruttori vinto dalla Ducati.
Pecco & Co dovranno aspettare il 2022 per provare a salire sul tetto del mondo.
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