GP Algarve, Quartararo: “Ho raggiunto il mio obiettivo, ma darò il massimo”

GP Algarve, Quartararo: “Ho raggiunto il mio obiettivo, ma darò il massimo”© Milagro

“Difficile tornare ad allenarmi dopo la festa per il titolo con il team e la mia famiglia” ha detto il neo campione del mondo nella consueta conferenza stampa pre gara

04.11.2021 ( Aggiornata il 04.11.2021 20:03 )

Fabio Quartararo, vincitore a Portimao nella terza gara stagionale, torna in Algarve per la penultima prova del campionato da fresco campione del mondo dopo il terzo posto rocambolesco di Misano dietro alle due Honda di Pol Espargarò, secondo, e di Marc Marquez, grande assente di questo weekend e forse anche a Valencia. 

Quartararo: “Ritornare ad allenarmi e concentrarmi è stato difficile”


Fabio Quartararo ritorna in pista dopo i festeggiamenti per il titolo conquistato a Misano. Per il francese è stato difficile ritornare ad allenarsi non avendo ancora smaltito del tutto il fatto di aver coronato un sogno ed essere diventato il primo francese campione nella classe regina. “Ho ancora la voce in pessime condizioni, è stato bello però festeggiare insieme alla squadra domenica dopo Misano. Ho trascorso alcuni giorni con la mia famiglia ed è stato bello festeggiare anche con loro. Ritornare ad allenarmi e concentrarmi dopo tutta quella festa è stato difficile però era necessario per essere pronti per questo weekend. E’ stata una settimana speciale dopo la vittoria del campionato a Misano.”

Il francese poi aggiunge: “Pressione a dir la verità non ce n’è tanta. Ho raggiunto il mio obiettivo, poi darò il massimo. Sono qui per lottare per la vittoria o per il podio. Darò del mio meglio e poi vedremo quale sarà il risultato finale. Ma sarebbe bello vincere ancora”.

“A Misano la pressione era tanta”


Il neo campione del mondo potrà guidare più “rilassato” in questo weekend sapendo di aver centrato l’obiettivo principale. “Posso guidare più rilassato. Non dico di aver sempre avuto pressione addosso. A Misano però la pressione era tanta perché mi stavo giocando qualcosa di grosso. Qui non c’è questa pressione ma lo stress da inizio gara c’è, è una sensazione positiva. Non è questione di pressione che c’è o non c’è ma cosa ti stai giocando. In queste ultime due gare sarà più facile rispetto alle ultime tre dove il carico è stato più grosso”.

“Mi serve velocità di punta”


Yamaha lo sa cosa mi serve, la velocità di punta. In alcune gare la velocità di punta è importantissima e questa è la richiesta principale" aggiunge El Diablo, spiegando che cosa serve alla sua moto per poter essere competitiva e lottare con Ducati ed Honda. "Si può fare ancora qualcosa sul telaio anche se va benissimo così visto il margine ridottissimo di lavoro su quell’area. La velocità di punta mi serve per lottare in tutte le gare ed anche per superare un po’ più agevolmente su qualche pista”.

“Auguri di pronta guarigione a Marquez”


Il grande assente di questo secondo weekend portoghese è il numero 93, infortunatosi sabato in allenamento con la moto da cross. A tal proposito Quartararo dice: “Prima di tutto auguri di pronta guarigione a Marquez. Però se ha deciso di non correre immagino non si senta tanto bene, la caduta deve essere stata brutta. Prima di tutto viene la sicurezza, pensando anche all’incidente che ha avuto l’anno scorso e che forse lo rende un po’ più cauto. Sono sicuro che se potesse correre sarebbe qui. E’ importante che recuperi”.

“Manterrò il mio numero 20”


Il francese chiude la diatriba sul numero che indosserà l’anno prossimo, restando fedele al suo 20. “No, non metterò l’1. Ho iniziato con il numero 20 e non penso di essere il numero 1. Andrò avanti a portare il mio numero 20 fino alla fine della carriera. E’ il mio numero ed è molto speciale.”

Sul numero ed il soprannome “El Diablo” poi aggiunge: “Il numero 20 è quello che uso sin dall’inizio. E’ la mia data di nascita, essendo io nato il 20 aprile. Ho iniziato con quel numero da bambino e il riferimento al diavolo era perché avevo un casco con un diavoletto disegnato sul retro. Ho corso insieme a 30-40 ragazzi con i quali andavo a girare in bici e poi giocare a calcio, hanno cominciato a chiamarmi “El Diablo” e così è rimasto tutt’ora”.

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