MotoGP: il nuovo mondo di Marc Marquez

MotoGP: il nuovo mondo di Marc Marquez© Milagro

Al rientro dopo nove mesi, Marquez si è ritrovato a fare i conti con un pacchetto di antagonisti rivoluzionato rispetto a quando si era fermato. E per la prima volta, Marc è più vecchio rispetto ai propri rivali

04.05.2021 ( Aggiornata il 04.05.2021 14:32 )

Da cacciatore a preda


Essendo sveglio e intelligente, già in Portogallo Marquez ha capito di dover recuperare il terreno perduto a livello di conoscenza degli antagonisti. Come conosceva a memoria, fino a poterle prevedere, le mosse dei vari Rossi e Dovizioso, Lorenzo e Andrea Iannone, ora Marc deve scoprire le caratteristiche di Mir e Bagnaia in un duello corpo a corpo. Per Marquez, infatti, è determinante sapere come “funziona” la mente dei nuovi rivali in corsa, perché la chiave è proprio l’interazione tra il proprio cervello e quello dell’avversario con cui sta lottando: è quello il momento in cui si fa la differenza. È fondamentale conoscere il grado di aggressività di Mir oppure Bagnaia e Morbidelli, per esempio se si tratta di piloti che si esaltano nella battaglia oppure se tirano i remi in barca, se cercano di restituire un sorpasso subìto oppure se lavorano di strategia, e se sono piloti che si fanno disorientare da un contatto carena contro carena. È un processo che Marquez deve reimpostare, perché gli avversari che leggeva come un libro aperto, sono fuori dalla griglia, oppure non sono più in corsa per il titolo. Il pilota della Honda dovrà imparare a capire come funziona la mente dei nuovi rivali: è l’unica via che gli potrà permettere di tornare a sentire la superiorità nei confronti degli altri piloti.

Lo screzio con Mir nella Q1 di Portimao, la spallata con Quartararo nelle prime fasi della gara in Portogallo... Non sono state altro che azioni utili per ristabilire il proprio status all’interno del “branco”. Si tratta di marcare il territorio, perché Marquez è stato il numero uno assoluto ma poi ha dovuto osservare un lungo periodo di stop, e i giovani leoni hanno fatto a gara per occupare il posto che ha lasciato libero. E ora quel posto il pilota della Honda dovrà guadagnarselo nuovamente, senza perdere l’equilibrio nel proprio percorso di recupero fisico e affrontando giovani che non hanno mostrato alcun timore reverenziale, anzi. Le loro manovre sono parse aggressive nei confronti di Marc, che è stato il primo a comprenderlo. Sarà molto interessante vedere cosa accadrà nel ritorno sul luogo del delitto, Jerez, un circuito comunque molto più favorevole a Marquez, che l’anno scorso prima di cadere era stato nettamente superiore a tutti: Marc correrà per recuperare la forma fisica o il suo status?

Joan Mir


È il rivale numero uno, dato che è colui che ha “occupato” il posto di Marc. E lo ha fatto in sua assenza. Mir dovrà rispondere legittimando il titolo, mostrando di valere il numero uno a prescindere da chi è presente in pista. In Portogallo si è registrato il primo scontro diretto, quando Joan si è lamentato dell’atteggiamento di Marc nella Q1, per poi sorpassarlo senza complimenti nelle prime battute della gara. Il maiorchino ha parecchie virtù (è intelligente, paziente, sbaglia poco, è duro nel corpo a corpo, risoluto nei sorpassi e forte nei giri finali) e un solo punto debole: la scarsa efficacia sul giro secco, che lo porta spesso a partire dalla terza fila in giù. Con un Marquez al top, significa rischiare di compromettere la gara al sabato.

Fabio Quartararo


È il rivale più veloce con cui Marc dovrà confrontarsi. In gara sbaglia poco e nei primi GP del 2021 ha mostrato di essere maturato, dopo che lo scorso anno aveva pagato una certa fragilità mentale: vedremo se si confermerà quando arriveranno i momenti difficili. Lo scorso anno aveva vinto tre volte scappando sin dai primi metri, quest’anno invece ha trionfato due volte risalendo le posizioni di vertice, con buona strategia. Nel GP Doha ha imparato dagli errori nel GP Qatar, a Portimao ha sfruttato i vantaggi della Yamaha, la moto attualmente più equilibrata. Un altro pregio del francese è il suo essere antidivo: più che per competere, va in pista per divertirsi.

Pecco Bagnaia


Il torinese è tornato il pilota che nel 2018 dominò la Moto2: mantenendo questo livello, sarà uno dei rivali più duri per Marquez, perché Pecco può unire la grande velocità alla regolarità. Un’ulteriore virtù del ducatista è la capacità di imparare dai propri errori. A Pecco manca un po’ di esplosività, spesso in partenza non sfrutta l’enorme potenziale della Desmosedici in quel frangente. A Bagnaia, poi, manca ancora la vittoria in MotoGP, quel passo che permette di compiere un “click” a livello mentale, collocando il pilota in un’altra dimensione. Quella dimensione necessaria per sfidare Marquez faccia a faccia.

Franco Morbidelli


Consideriamo l’italo-brasiliano uno dei rivali più duri per Marquez, anche se non ha alcuna caratteristica spiccata (e lui stesso lo ha ammesso a domanda diretta!). Però sa andare forte, molto forte, senza sforzo apparente. Franky non è esplosivo ma anche per questo commette pochi errori ed è solido. Purtroppo le sue possibilità sono condizionate da un pacchetto che fin qui non si è mostrato competitivo: avere una Yamaha 2019 è un difetto determinante per lottare al vertice. Per questo dovrà essere il più regolare possibile, un po’ come Mir lo scorso anno, sperando anche nel giusto allineamento dei pianeti.

Brad Binder


È un pilota duro: è il modo migliore per descriverlo. Il suo modo di guidare a volte lo avvicina proprio a Marquez, anche se ovviamente il talento del sudafricano è inferiore. E come ha visto Valentino Rossi in Qatar, Binder non chiede il permesso per sorpassare, un po’ come Marc. Binder è una sorta di “cane da caccia”, persistente, insistente e regolare, e quando ci sono le giuste condizioni tecniche, può lottare al top. Nel 2021 è passato dal 14° al debutto all’8° e poi al 5° di Portimao, ma tra i nuovi rivali di Marc è quello con la moto meno competitiva. Però ha un vantaggio: non è italiano né spagnolo, quindi ci sono meno pressioni mediatiche e critiche su di lui.

Alex Rins


Condivide con Quartararo la palma di rivale più rapido, anche se non è tra i nuovi avversari, perché per esempio a Silverstone nel 2019 aveva battuto Marquez proprio al fotofinish. Purtroppo per lui, il pilota della Suzuki è sempre mancato nel momento clou: non ha vinto un Mondiale, e quando conquistò il CEV, lo fece perché Alex Marquez sbagliò più di lui. Questo è Rins: velocissimo ma incline all’errore nel momento sbagliato.

Jack Miller


Vincitore a Jerez, Jack è rapido sul giro secco ma nella gestione della gara ha sempre lasciato a desiderare, anche se il finale del 2020 aveva illuso sul fatto che l’australiano avesse imparato la lezione.

Johann Zarco


È il più imprevedibile, con il suo carattere sui generis. In MotoGP il suo rendimento è stato con grandi alti e grandi bassi, ma con Ducati-Pramac ha iniziato alla grande. Vedremo nei prossimi GP.

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