"Posso confrontarmi con tante persone e mi sento seguito. La KTM è versatile, con del carattere, ma devo ancora adattarla alle mie misure. Un piacere essere d'accordo con Pedrosa"
Soffermandosi semplicemente sui riferimenti cronologici è difficile valutare positivamente la giornata di Danilo Petrucci, ma dietro c’è molto di più. Il percorso dell’azzurro in sella alla KTM infatti è appena iniziato, e non mancano gli aspetti da curare, ad iniziare da quelli basilare. A complicare il tutto ci ha pensato anche una caduta, che non ha comunque lasciato particolari strascichi.
“Abbiamo tanto lavoro da fare – conferma Petrucci - ma anche oggi ho acquisito alcune informazioni in più, riuscendo a migliorare il mio tempo ed avvicinandomi leggermente ai più veloci. Devo adattare la moto alle mie misure, che sono diverse da quelle degli altri piloti KTM: non è una scusa ma un fatto, che mi obbliga a cercare un assetto che si addica alle mie caratteristiche. Sono consapevole che la strada verso le prime posizioni sia lunga, ma sono positivo. La caduta? Ho rallentato eccessivamente dopo il mio giro di lancio, così arrivato alla curva due sono scivolato, probabilmente a causa della bassa temperatura delle gomme”.
Un motivo di soddisfazione per Petrucci è la considerazioni riservatagli nel box Tech3, molto diversa a quanto pare da quella avuta in Ducati.
“Mi piace l’importanza che mi viene riservata in KTM, mi sento molto seguito e posso confrontarmi con tante persone, in una buona atmosfera. Finalmente mi sento di contare all’interno di un team: ho avuto anche un confronto con Pedrosa, che sempre reputato un grande pilota, e ci siamo trovati d’accordo su tanti punti”.
Passando agli aspetti più tecnici Petrucci racconta le sue prime impressioni sulle RC16, descrivendola in maniera semplice quanto chiara.
“Direi versatile, tosta, è una moto con del carattere. Sin dal primo momento ho notato che ha grande stabilità sull’anteriore, il che ti porta a frenare forte, ma devo trovare un equilibrio tra il frenare forte ed il rilasciare nel momento giusto i freni. E’ un lavoro più lungo del solito, ma ci siamo. Seguire le altre KTM? Non l’ho ancora fatto”.
Impossibile poi in fare un paragone tra il motore KTM e quello, rinomato, della Ducati Desmosedici che ha accompagnato Petrucci in categoria fino all’anno scorso.
“Il motore della KTM è abbastanza diverso da quello della Ducati, che in una pista con un lungo rettilineo e lunghe accelerazioni come quella del Qatar è probabilmente avvantaggiato. Il motore della KTM mi piace, in primis per la sua dolcezza nel massimo angolo di piega, cosa che può aiutare quando l’asfalto ha poca aderenza. Probabilmente manca un po’ di potenza dalla quarta alle sesta marcia, ma nel complesso mi piace”.
Link copiato