GP Portogallo, Petrucci: “Il calore degli operai Ducati resterà nel mio cuore”

GP Portogallo, Petrucci: “Il calore degli operai Ducati resterà nel mio cuore”© Milagro

"Essere stato il pilota di riferimento per una casa del genere mi riempe di gioia. Anche nel 2011 corsi la mia ultima gara con Ducati prima di passare in MotoGP: quella volta vinsi, stavolta più dura"

19.11.2020 ( Aggiornata il 19.11.2020 18:50 )

Portimao sarà il palcoscenico dell’ultimo tango di Danilo Petrucci in sella alla Ducati. Un’altra volta. Già perché è proprio Danilo a ricordare che già una volta il luna park portoghese ha fatto da sfondo alla sua ultima gara in sella ad una Ducati, prima di compiere il grande salto in MotoGP.

“Chiudere la mia avventura in Ducati a Portimao è una coincidenza - spiega Danilo - dato che anche nel 2011 corsi la mia ultima gara in Ducati, prima di passare in MotoGP. Quella volta avevo vinto: questa volta sarà più difficile, ma mi piacerebbe chiudere con una bella gara e salutare il team con il sorriso”.

In giornate come queste è facile lasciarsi andare ai ricordi, che nel caso di Danilo sono per la maggior parte dolci, sia dentro che fuori dalla pista.

“Sono soddisfatto dei miei sei anni in Ducati, e certamente mi porto dentro in primis le vittorie e gli altri buoni risultati. Ci sono stati momenti difficili, potevo forse vincere prima, ma è facile parlare a posteriori. Porterò con me il ricordo degli operai che, quando sono andato in azienda, si sono fermati per salutarmi dimostrandomi quando tifassero per me: essere il pilota di riferimento di una casa del genere, dopo essere partito come collaudatore delle moto di serie, mi regala tanta gioia. Negli ultimi anni non mi fermavo nemmeno più al cancello dell’azienda, dato che riconoscevano la macchina e mi aprivano (ride ndr)”.

Una stagione "strana"


Ovviamente l’ultima stagione insieme alla casa di Borgo Panigale non è stata la migliore, ma Petrucci può comunque consolarsi con la vittoria ottenuta in quel di Le Mans.

“Questa stagione è stata strana dato che abbiamo concentrato un campionato in pochi mesi, ed il fatto di fare una gara dopo l’altra si fa sentire. A parte ciò le gomme hanno giocato un ruolo importante: non sono riuscito ad adattarmi prima, ma la cosa importante è che ho sempre dato il meglio, magari commettendo qualche errore. Avrei pagato da bambino per essere tra i vincitori della MotoGP, e quest’anno ci sono”.

Del resto questa è stata la stagione di un’altra casa, la Suzuki, al quale Danilo rende il giusto ma contenuto omaggio.

“La Suzuki è sembrata una moto completa, ma lo abbiamo scoperto solo nelle ultime gare, dato che dopo Jerez tutti avrebbero votato un’altra moto come migliore. Ducati ha fatto il massimo in linea con le sue conoscenze, portando tante evoluzioni che spesso sono state poi copiate, ad esempio il sistema per abbassare la moto in uscita di curva o le ali. Ad ognuno piacerebbe avere le parti migliori di ogni moto ma non è facile, anche perché quest’anno non abbiamo fatto davvero pochi test”.

Da domani ad ogni modo a parlare sarà di nuovo la pista, che in questo caso racconterà una storia completamente nuova.

 “La pista mi piace, come del resto a tutti essendo un insieme di saliscendi, ma in fin dei conti un tracciato ti piace se riesci ad essere veloce. La prima cosa da scoprire sarà l’asfalto, poi penserò soprattutto a divertirmi un’ultima volta in sella alla Ducati”.

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