Fabio Barchitta racconta la sua carriera: "No, non ne è valsa la pena"

"L’incidente del 1989 a Hockenheim, in cui persela vita Ivan Palazzese, mise fine alla mia avventura di pilota. Ne pago ancora le conseguenze"

27.01.2025 ( Aggiornata il 27.01.2025 09:20 )

Ne è valsa la pena? A sentire il diretto interessato, no. Ed è un’eccezione nel mondo delle moto. “Sei solo. È tutto nelle tue mani. Solo tu ti puoi aiutare”. A Fabio Barchitta, il 3 agosto 1989, queste parole le scrisse uno sconosciuto venuto a sapere del suo indirizzo da un giornale. La lettera era partita da Roma e arrivata in Germania, dove il pilota italiano si stava riprendendo dopo un brutto colpo.

L’allora ventisettenne l’aveva aperta sul letto dell’ospedale che l’ospitava da un paio di mesi, quasi tutti trascorsi in completa immobilità a causa di una vertebra rotta il 28 maggio durante la sesta prova del Mondiale 250, a Hockenheim.

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