Holgado, Alonso e Veijer sfruttano meglio di tutti la spalla della gomma Pirelli, specialmente in prova e qualifica: le KTM viaggiano su un binario invisibile ma... visibile
Hanno fatto - per ora - la differenza, rispettivamente ricoprendo leadership e secondo posto della classifica Moto3. Daniel Holgado e David Alonso, avversari divisi da singola lunghezza, per tabella riepilogativa che dice 94 a 93 dopo cinque appuntamenti stagionali. Questi sono i nomi trionfatori in gara, c'è poi un terzo elemento: Collin Veijer, a quota 62. L'olandese ha, in comune con lo spagnolo il colombiano, una KTM. Come fanno a sfruttarla così bene?
Gare combatutte e lotta serrata dallo spegnersi dei semafori alla bandiera a scacchi, gruppo compatto e imprevedibilità di risultato, ma tre nomi in grado di imporsi dal Qatar alla Francia. Lo spagnolo Daniel Holgado lo ha fatto in Portogallo, portando al top la Red Bull GASGAS Tech3, salendo sul podio di Lusail. Austin e Le Mans, meritando il primato mondiale.
David Alonso si è imposto due volte, Qatar, Americhe e Francia, pagando mancando però il podio in Portogallo e Spagna. Colombiano del team CF Moto Aspar ad appena un punto dalla vetta, ritenuto dagli addetti ai lavori potenziale iridato 2024.
Olandese Collin Veijer terzo, in rappresentanza Liqui Moly Husqvarna Intact GP, grazie anche all'affermazione firmata a Jerez de la Frontera. Pesa molto a suo sfavore lo "zero" incassato in Texas, mentre buono il podio calcato al Bugatti. Abbiamo un nordico capace di sorprendere ancora.
L'introduzione della fornitura Pirelli ha, più che rimescolato le carte, richiesto esigenze diverse di assetto della moto e tecnica di guida. Le gomme italiane eccellono su ogni pista, come spiegato da record scritti da inizio anno, ma vanno capite.
La sensazione è questa: chi riesce a sfruttare l'aderenza offerta dalla copertura anteriore, accumula un certo vantaggio per il resto del giro, specialmente nella fase di frenata ad anteriore inclinato e ingresso curva. Ecco il momento cruciale perché, se ci fate caso, nella successiva percorrenza e poi in apertura, tutti i piloti sembrano della medesima velocità.
Sembrano, ovviamente. Sono dati da appurare. Resta visibile a occhio nudo la capacità mediante la quale le KTM - non tutte: per ora, quelle citate - di entrare fulminee e precise, senza che si trovino al limite, come se godessero di maggior appoggio sulla spalla dello pneumatico. Cosa vista solo in prova e qualifica, tuttavia, mentre nel Gran Premio il vantaggio si assottiglia.
Link copiato