Mick Doohan: "Ero esigente con tutti. Odiavo perdere" | Storie Sprint

Mick Doohan: "Ero esigente con tutti. Odiavo perdere" | Storie Sprint© Archivio Motosprint

L'australiano: "Motivare il proprio gruppo di lavoro è un’arte: quando dominavo, chiedevo alla Honda sempre qualcosa in più. Come Schumi in Ferrari"

Jeffrey Zani

28.01.2024 ( Aggiornata il 28.01.2024 09:21 )

La verità, Mick Doohan si era abituato a non dirla. In particolare agli ingegneri, quando la sua Honda funzionava come uno Stradivari. A orientarlo in questa direzione era il rischio che il reparto corse giapponese abbassasse la guardia sul fronte dello sviluppo. Il ritornello con i tecnici era sempre: fare di più, essere ancora più virtuosi. Tanto che nel 1999, il suo ultimo anno in sella, l’australiano aveva convinto l’HRC a fornirgli una moto particolare.

Oltre alle due NSR 500 ufficiali, come da prassi, nel suo box c’era una terza versione nata come esperimento per sistemare il punto debole delle mezzo litro che pure gli avevano portato 54 vittorie nella classe regina, tradotte in cinque Mondiali consecutivi.

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