Bagnaia lo sa: questa MotoGP è più difficile della stagione 2022

Bagnaia lo sa: questa MotoGP è più difficile della stagione 2022© Luca Gorini

Da inseguitore a inseguito, Pecco ha invertito i ruoli: un conto è duellare contro Yamaha e Ducati Gresini, un altro è vedersela con Pramac e VR46 

02.10.2023 ( Aggiornata il 02.10.2023 18:02 )

Un anno è trascorso, le cose sono cambiate radicalmente. Nel 2022 Pecco Bagnaia ambiva al titolo MotoGP, obiettivo alla fine centrato, pure meritatamente. Nella stagione in corso, il numero 1 è attuale leader di classifica, anche in questo caso meritatamente. Ma, rispetto all'anno scorso, l'ufficiale Lenovo Ducati sa che la missione di arrivare in cima alla lista, o meglio, di mantenerla, è ancor più dura che recuperare punti al primo dei rivali. Da cacciatore, l'italiano è diventato lepre.

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Pecco cacciatore in MotoGP: chi sta dietro, vede chi sta davanti

Vi è mai capitato di correre a piedi o, meglio ancora, in moto? Saprete quanto sia bello condurre le operazioni, però, sarete pure a conoscenza che, chi guida il gruppo, non può curare le mosse dei rivali. Sì, lo può anche fare, magari così: imbastendo una fuga, oppure, gestendo il margine di giro in giro. Senza guardare. 

Contrariamente, chi insegue vede tutto. In teoria, sempre che la lepre non sia completamente fuori mira. Il cacciatore punta il mirino sull'obiettivo, notandone le mosse: in questa frenata il rivale è arrivato un po' lungo, in percorrenza mi suona sicché devo essere più fluido e scorrevole, in uscita apre di brutto, perciò devo fare la stessa cosa.

L'anno scorso Pecco Bagnaia ha dovuto recuperare terreno a Fabio Quartararo, nel duello Ducati-Yamaha. La Desmosedici era arrivata a 91 lunghezze dopo il weekend del Sachsenring. In quel momento, davvero, il francese stava mettendo in atto il fuggi-fuggi, l'italiano ha cominciato un recupero rivelatosi vincente, mica facile, tuttavia di successo. La pressione da gestire c'era, però era il campione a doverne sopportare di più, proprio perché l'uomo da battere.

Pecco preda in MotoGP: chi sfoggia il numero 1, ha una taglia sulla testa 

Nel Vecchio West in molti hanno campato grazie alla seguente attività: cacciatore di taglie, ovvero, reperire il balordo della situazione, portarlo alle forze dell'ordine, farsi pagare. Più o meno, dato che capitava anche che il balordo fosse recapitato ad altri balordi, in cambio di pistole, fucili o vil denaro.

In MotoGP non è così, chiaro, ma il concetto vi somiglia. Colui indossante il numero 1 sa quanto e come gli altri gli farebbero volentieri la pelle, ovviamente a suon di sorpassi e punti in più collezionati. Maggiore sarà il valore dell'avversario in questione, proporzionale diventerà la soddisfazione di averlo piegato.

E, come se non bastasse, la pressione aumenta. La Casa rappresentata, presoci gusto, dirà: noi siamo i campioni, noi dobbiamo dimostrare di esserlo, sai come? Vincendo nuovamente, in modo da zittire (un pò e momentaneamente) i critici. Ecco, questa è la situazione di Pecco Bagnaia oggi.

MotoGP 2023: dualismo Ducati

Si è scritto e commentato che nel 2022 Pecco avesse un rivale fisso e un altro a turni. Come in fabbrica. Mah, dunque:  Fabio Quartararo era l'impiegato giornaliero ed Enea Bastianini il turnista? Interpretazione accettabile, anche se la nostra opinione dice: El Diablo godeva di costanza e quindi avversario sempre temibile. la Bestia esplosiva nel corpo a corpo, nonostante a volte non reggesse il passo. Vi torna? Lo dice la classifica, supportata dai singoli piazzamenti. Dopotutto, sono i punti a determinare le posizioni e le assegnazioni di trofei e medaglie. A proposito di medaglie, chiaro è che la Sprint - le mette al collo dei primi tre - abbia portato scompiglio alla MotoGP, se non altro perchè aumenta tensioni, rischi e imprevisti. Essendo una gara.

Se l'anno scorso Bagnaia se la vedeva con una Yamaha ufficiale e una Ducati indipendente, ora si difende da una Ducati satellite ma comunque GP23 e da una VR46 indipendente ma che fa "quel cavolo che vuole", ovvero, sì sotto l'effige di Borgo Panigale, ma "distaccata". Marco Bezzecchi, tra l'altro, ha rifiutato l'approdo in Prima Pramac 2024, rimanendo nell'orbita di Valentino Rossi. Significa quanto non abbia ordini da Ducati. 

La M1 del numero 20 era così inferiore alla Desmosedici GP22? In alcuni frangenti, sì. Lo notavamo. In altri, se la giocava. E si vedeva. No, oggi no: i tre diapason le prendono a destra e a manca, mentre la quattro cilindri bolognese detta legge. Sicché, Pecco ha la miglior moto, guidata però anche da Martin e, seppure non Factory, da Bezzecchi. L'anno scorso non ci sono stati ordini di Marchio? No? Ci è parso il contrario, perciò eccoci qui: a parità di armi, Pecco sa che adesso è più dura. Martin e Bezzecchi conoscono le caratteristiche del rivale e, guardandoli bene, hanno un non so che di menefreghismo. Per il torinese oggi la difficoltà cresce, sempre che qualcuno non ridimensioni le velleità di Jorge e Marco.

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