Dixon: "Niente MotoGP? Mica è la fine del mondo"

Dixon: "Niente MotoGP? Mica è la fine del mondo"© Luca Gorini

Jake: "Il passaggio in classe regina era poco chiaro. Ho scelto la lealtà di Aspar, restando in Moto2. Acosta? Ricorda Marc Marquez, ma non è imbattibile"

21.09.2023 ( Aggiornata il 21.09.2023 10:06 )

Vincente in primis ad Assen e poi al Montmelò, Jake Dixon si gode il piacere di essere protagonista della Moto2 insieme al team GASGAS Aspar equipaggiato da telaio Kalex e spinto dal propulsore inglese Triumph. E' una categoria affrontata in pianta stabile per il quarto anno di carriera dal nativo di Dover, vissuta nell'inedito e piacevole ruolo di papà: "La stagione sta andando bene" conferma "Ho avuto qualche risultato al di sotto delle aspettative ma, per il resto del campionato, la media punti è piuttosto alta. Ad Austin non sono partito, a Silverstone mi hanno cacciato fuori... può succedere, tuttavia conto anche due successi e tre podi, perciò niente male!"

Con la nascita di tua figlia, è cambiata molto la quotidianità?

"Bè, le giornate si dimostrano più movimentate, però... mica è cambiata la mia vita. Abbiamo in famiglia un piccolo umano, per una sensazione bellissima da descrivere. Da quando Summer Rose è nata, l'ho vista cambiare molto: ora la tengo sulla pancia, gioco con lei... è veramente divertente stare con lei e, quando posso, la porto insieme a mia moglie Sarah. Quando, invece, è impossibile stare insieme, mi attacco alla videochiamata".

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Dixon e l'obiettivo 2024: "Titolo della Moto2"

Il ventottenne britannico spiega brevemente come sia evoluto il percorso nella middle class nel tempo: "Ero già nel 2019 insieme con Aspar - edizione 2019, Angel Nieto Team - poi ho corso altrove. La formazione Petronas era bella da vedere, non tanto al suo interno. Immagine grandissima, sponsor grandissimo, tecnici favolosi, ma... c'erano problemi organizzativi e di esperienza. Le cose andavano male all'inizio, poi piano piano sono migliorate. Non troppo, a dire il vero. Un piccolo disastro, invece nettamente di livello nel cambio avvenuto durante un test di Valencia. La differenza fu netta e impressionante. La professionalità trovata in Aspar mi colpì tantissimo, la gente è competente, i meccanici bravi, tutta la struttura nata per fare. Perché per fare bene in Moto2 serve una combinazione di giusti elementi, trovata nella mia attuale compagine".

A proposito di cambiamenti, eri vicino alla MotoGP, Cosa ti ha fermato? 

"Alla fine del discorso, non è che sia successo tanto. La situazione relativa alla top class mi era poco chiara, inoltre sempre dalla Moto2 mi si erano proposte ottime opzioni. Oltre ad Aspar, mi volevano altri top team di categoria. Ci ho pensato, preferendo rimanare dove sono. Mi è stato procurato quanto richiesto, sicché sono contento della lealtà dimostratami. Io faccio e farò altrettanto per ricambiare. In futuro, vedremo. Disputerò una ulteriore stagione in Moto2, mica sarà la fine del mondo rinunciare alla MotoGP. Anche perché, non avendo corso in Moto3, entrai in questo paddock 'tardi', se paragoniamo il mio percorso a quello di altri. Avevo 23 anni, progredivo passo-passo, crescendo".

Insomma, sei convinto della scelta.

"Esatto. Il mio tempo è qui adesso. Credo che nel 2024 competeremo per il titolo di classe, facendo leva su quanto ottenuto sinora. Stiamo segnando grossi risultati, e potremo fare di più. Rimarrò focalizzato sulla media cilindrata poi, insomma, se ci sarà l'opportunità di passare nella serie regina, ben venga".

Anche perché già hai corso in MotoGP...

"Era il 2021, sostituivo Franco Morbidelli sulla Yamaha M1. Quando debuttati in MotoGP, mi ritrovai contro avversari decisamente più esperti di me. Eppure, il mio gap dalla vetta detenuta da Fabio Quartararo in FP3 era contenuto entro il secondo, mica male. Quali rookie hanno fatto meglio senza completare test? Ho apprezzato la velocità, le gomme, la potenza. Stiamo parlando di un altro livello, rendiamoci conto. Tra l'altro, ne ho tratto una conferma: mi trovo bene su modelli ingombranti e dotati di alta cavalleria".

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Acosta per Dixon: "Gran talento, ma non è un super umano"

Il simpatico e forte pilota di Dover si scontra con Pedro Acosta, ritenuto il fenomeno della Moto2 e prossimo titolare in MotoGP. Dixon, a riguardo, la pensa così: "E' forte, certo. Soprattutto giovane e talentuso. Mi si chiede se sia battibile? Sì, lo è, come lo è qualunque pilota al mondo. Ad oggi ha compiuto un enorme lavoro. Quando è arrivato nel mondiale ha vinto subito, si sta ripetendo adesso con forza. Sembra un Marc Marquez, mi spiego? Anche se penso che la differenza sul giro secco sia marginale. La stagione, invece, spiega che lui sia davanti. Mi piace come ragazzo, credo che farà bene in MotoGP, ma vedremo. Dire che sia super-umano non è corretto. E' talentuoso, si. Parecchio".

UK, ovvero, Regno Unito. Come evolve la situazione a due ruote lassù? 

"Ah, è come negli altri Paesi. La gente è attratta dal calcio, mentre il motosport è spinto dietro le quinte. Comunque, si sta facendo un bel lavoro per promuovere la MotoGP, sebbene io creda che siano gli ordini di arrivo a determinare gli interessi locali. In Inghilterra e nel Regno Unito occorrono testimonial all'altezza, chiaro che provi ad esserlo io. Vediamo, io metto il mio contributo".

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