Gramigni: "Chi va forte al Mugello, va forte su tutte le piste"

Gramigni: "Chi va forte al Mugello, va forte su tutte le piste"

Alessandro, toscano come la pista che ospita il Gran Premio di Italia, svela qualche segreto: "Frenare forte non serve, casomai meglio essere scorrevoli"

08.06.2023 ( Aggiornata il 08.06.2023 15:10 )

Toscano, come il circuito che ospita il Gran Premio Italia. Fiorentino, nato a due passi dal Mugello, pista di casa nel vero senso del termine. Alessandro Gramigni, ex pilota professionista classe 1968 e campione del mondo 125 nel 1992 con l’Aprilia, è un forte sostenitore di un concetto basilare che, se soddisfatto, può essere utile anche nelle restanti piste inserite nel calendario iridato: “Chi va forte al Mugello - attacca perentorio - di solito, va forte in tutti i circuiti. Davvero, e ve lo dice uno che vi macina chilometri su chilometri da ormai qualche annetto”.

Sei un abile e apprezzato tester: quale segreto celano i cordoli tricolori?

Segreti? Nessuno, casomai accorgimenti. Direi questo: per ottenere riscontri cronometrici di rilievo, è consigliabile lasciare i freni. Le staccate violente servono poco e niente, casomai solo in prossimità della San Donato e in fase di sorpasso, a rettilineo dei box finito. Il resto del bellissimo disegno prevedede una serie di traiettorie larghe, veloci, scorrevoli. Ecco, scorrevolezza: chi ci riesce, viene premiato”.

Qual è il punto più tecnico del tracciato?

Se guardiamo il crometro, l’Arrabbiata bassa è importante nel tempo sul giro. Avendo diversi settori tecnici come il Correntaio e le Biondetti, chi sta in sella deve interpretare ogni porzione di asfalto previa grossa precisione. Si può determinare la differenza in ogni settore della pista, sebbene io sostenga che tra la Casanova-Savelli e la prima della Arrabbiate siano l tratto maggiormente impegnativo, perché rapido, in discesa e caratterizzato da cambi di pendenza notevoli”.

Sicché, come dicono in Toscana, il fisico non riposa mai.

Riposare al Mugello? “Il Mugello non concede relax nemmeno sul dritto. Appunto, dopo il traguardo si affronta lo scollinamento a pieno gas, e lo si fa a più di 300 orari e a moto inclinata. Si è sempre in continua fase di concentrazione mentale e impegno fisico, altro che riposo”.

Quale è il tuo ricordo favorito sulla pista di casa?

“Ne avrei tanti, ma... scelgo la prima vittoria lì ottenuta nel 1987, a bordo della Honda gestita da Leandro Becheroni, altro ex pilota, toscano come me, appassionato e gran conoscitore del Mugello. Quell’affermazione fu significativa, mentre altre gare mi videro in difesa. Il circuito è esigente pure in termini di potenza del motore e, in alcuni weekend, a me mancavano cavalli. Ecco perché affermo l’importanza di affrontare le curve al limite”.

L’anno scorso il Gran Premio Italia ha registrato scarso pubblico.

Sì, ma forse arrivavamo da una situazione strana, particolalre, in evoluzione. Mando un messaggio ai promoter che, a loro volta, deve mandare messaggi ai tifosi: l’edizione 2023 sarà diversa, bella, speciale. Spero vivamente di ammirare la tipica gran folla del Gran Premio Italia, con colline totalmente occupate da gente, striscioni e camper. Venite in circuito, e fate attenzione alle azioni de piloti”.

Quale punto in cui appollaiarsi consigli ai tifosi?

Tutti, veramente tutti, però... occhio particolare alla esse in discesa. La Casanova-Savelli a precedere l’Arrabbiata Uno. Quanto mi piace guidare in quel tratto, lì si che si può trovare la differenza sugli avversari. Ah, mica è facile riuscirci, precisiamolo".

 

 

 

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