Agostini sul tragico 20 maggio 1973: "Fui davvero fortunato"

Agostini sul tragico 20 maggio 1973: "Fui davvero fortunato"

Durante il Gran Premio delle Nazioni persero la vita Pasolini e Saarinen, ricordati da Giacomo: "Erano amici, poteva capitare anche a me"

20.05.2023 ( Aggiornata il 20.05.2023 12:10 )

Autodromo Nazionale di Monza, ore 15.15 circa del giorno 20 maggio. Prende il via la 250, appena dopo i festeggiamenti consumati dai protagonisti della 50, 125 e 350. Nell'ultima di queste tre classi, trionfa Giacomo Agostini, pronto anche alla sfida della 500. Attento alle azioni dei colleghi, il pilota bergamasco non immagina cosa sta per accadere: "No, ma mai lo dimenticherò".

Monza, 20 maggio 1973 - Monza, 20 maggio 2023: mezzo secolo indelebile

Luciano era molto appassionato, tanto da - dove poteva e se ne trovava - scavalcare le recinzioni più alte, oltre le quali ammirare gli idoli di gioventù. Le rarissime trasmissioni TV, qualche puntata radiofonica e le tantissime riviste cartacee dell'epoca lo avevano fatto innamorare del centauro, costituzione armoniosa tra moto e pilota. Sì, per quel ragazzo nato in provincia di Milano contava la figura, unita, a prescidere da Marchi e cognomi. Però, nei suoi gusti personali, notava preferenze. Giacomo Agostini, chissà come mai. Ai tempi il bergamasco era forte, super forte, ma la costruzione del suo mito era in corso d'opera, ancora da completare e rifinire.

Eppure, Luciano provava già grossa ammirazione - che non ha niente a vedere col fanatismo - per Ago o Mino, scegliete voi il soprannome favorito. Averlo visto trionfare nella treemmezzo galvanizzò Luciano, postosi all'ingresso della Curva Parabolica in attesa della 250, pronta alla scatto, non preparata al traguardo.

Il rombo di tuono, il silenzio. Gli alberi attutirono i suoni, i guard rail accentuarono i colpi. Che cosa sta succedendo? Un elicottero sorvolò l'area, strano, non se ne erano mai visti prima in circuito. In quel drammatico 20 maggio sì, perché l'incidente avvenuto al Curvone ferì numerosi corridori altrettanto noti, bravi e meritevoli, togliendo la vita a Renzo Pasolini e Jarno Saarinen. Luciano, nel suo scanzonato candore di ventunenne, si ritrovò lettera involontaria del fiume di parole scritte su quella tragica domenica di festa, tramutatasi a dramma indelebile.

Agostini sul 20 maggio 1973: "I piloti di oggi sono fortunati"

Agostini ne ha viste di tutti i colori, ne ha sentite di ogni, ne ha raccontate diverse. Il 20 maggio 1973 rimane - e resterà - una pagina che avrebbe volentieri evitato: "Sì, ma è successo. Sebbene si stia parlando di tempi in cui registrare decessi in pista fosse quasi normale e cattiva abitudine, Monza fu peggiore delle altre già brutte situazioni. E io spesso ancora ci penso".

Giacomo proietta dai propri occhi vivide immagini, pronunciando dalla bocca lente parole: "Avevo finito la 350, toccava alla duemmezzo. Il cielo era così, fermo, plumbeo. L'aria rarefatta, regnava un silenzio spezzato da fastidiosi rumori. Non era la musica dei motori, bensì qualcosa di struggente".

L'impatto al Curvone, i corpi a terra, gli animi sottoterra: "Renzo e Jarno erano per me due rivali acerrimi, altrettanto amici. Ho perso due persone che sfidavo in pista e alle quali volevo bene. Poteva accadere a me quanto successo a loro, io sono stato molto fortunato. Come lo sono i piloti di oggi, che godono di tracciati e abbigliamenti pensati alla reale sicurezza. Io fui fortunato in quel 20 maggio, chi gareggia oggi lo è senza saperlo".

Ringraziamo Giacomo Agostini per il prezioso contributo. Siamo vicini alle famiglie di Renzo Pasolini e Jarno Saarinen, dedicando foto dei propri cari. Grazie anche a Luciano, che riposa - o, chissà, magari condivide uscite in moto pariadiasiche - coi protagonisti di quel 20 maggio 1973.

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