Grazie a Cadalora, Biaggi, Romboni, Capirossi, Reggiani, Lucchi, Rossi e Aprilia, la categoria di mezzo a due tempi mise in ombra la più ricca e costosa 500: quando l'Italia delle due ruote comandava ieri, comanda oggi
La tecnologia a due tempi ha caratterizzato il Motomondiale per decenni, distinguendosi per sinfonia, odore e azione. Gli emozionanti prototipi da Gran Premio erano modelli esclusivi da guidare, difficili da portare al limite, entusiasmanti da ammirare dal vivo. In un periodo particolare, la cilindrata 250 è stata capace di regnare, relegando a miti consigli la 500. Ci trovavamo a circa metà anni '90.
Modenese verace, duro di capoccia, convinto delle proprie idee, veloce come una schioppettata, "pulito" nelle traiettorie di pista. Luca Cadalora ha vinto due titoli nella 250 Grand Prix, facendo scuola in termini di stile e percorrenza di curva. A bordo di motociclette così rigide, estreme e leggere, cosa non da poco.
Il protagonista del capitolo ha incontrato alcuni dei rivali sottoelencati, ma non tutti: l'alloro 1986 firmato in 125 fu accompagnato dalle imprese 1991 e 1992 della quarto di litro, poi il passaggio in 500 (dove fece benissimo). Per lui, le gioie massime arrivarono con Garelli e Honda, alcune anche insieme a Yamaha.
Calendario MotoGP 2023: date, orari tv, dove vederla
Nella prossima pagina Biaggi, Romboni, Capirossi e Reggiani
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