Skinner si racconta: "Ammiravo Valentino Rossi, ma mi ispiro a mio papà"

Skinner si racconta: "Ammiravo Valentino Rossi, ma mi ispiro a mio papà"© Luca Gorini

Parla Rory, scozzese titolare nel BSB e impegnato nella middle class iridata con l'American Racing: "Gare stradali e SBK? No grazie, io voglio la MotoGP: preferisco gli airfence ai muretti"

27.08.2022 ( Aggiornata il 27.08.2022 12:42 )

Inserendo la parola "skinner" in qualsiasi traduttore automatico, dall'idioma inglese alla lingua italiana si ottiene un significato poco rassicurante: scuoiatore. A dispetto del proprio cognome, Rory è tutto fuorché l'Hannibal Lecter delle due ruote; il simpatico scozzese è un bel ragazzo, dallo sguardo pulito e brillante, dotato di voce adulta. Il giovane britannico, in azione in Moto2 nell'appuntamento disputato madrepatria e in Austria, spiega cosa abbia dovuto affrontare per adattarsi dal BSB di cui è titolare alla serie di mezzo iridata: "La Moto2 non si può comparare alla Superbike del campionato inglese - precisa - la Kalex dell’American Racing, davvero dissimile alla Kawasaki Ninja che uso nel Regno Unito, è ‘strana’, il profilo della gomma Dunlop è una cosa diversa dalla Pirelli usata nel BSB e, nonostante sia più leggera, si avverte maggior peso nei cambi di piega".

Il nativo di Perth ha tratto ottimi momenti in sella a un veicolo totalmente da scoprire: "Comunque mi sono divertito, benché fosse difficile adattarsi a tutto quanto. A Spielberg ho compiuto un passo in avanti, considerando l’alto livello della competizione. E poi, sai che non ho avuto tregua: mi sono alternato tra Silverstone. Thruxton e Red Bull Ring, capendo tante e utili cose. Sto imparando velocemente, anche perchè l’American Racing Team è una ottima squadra con cui debuttare nella categoria iridata".

Mettere a confronto la Ninja e la moto del mondiale è quasi superfluo: "Considerando che io guidi una ZX-10RR sprovvista di aiuti elettronici, quando sono saltato sulla Kalex equipaggiata da propulsore tricilindrico Triumph, mi sembrava di andare piano. Invece, le velocità registrate a Silverstone erano di tutto rispetto, questo grazie alla particolare e ricercata aerodinamica del progetto. Inoltre, la Moto2 offre una grossa coppia motrice, che dietro spinge parecchio”.

Rory Skinner: "Ammiravo Valentino Rossi, ma mi ispiro a mio papà"

Rory ha saggiato il valore degli avversari di categoria: "Alcuni avversari oggi presenti nela classe di mezzo li avevo già affrontati nella Rookies Cup e nel CEV. Sono visi famigliari a me, ma incontrandoli dopo tempo, mi sono reso conto di quanto siano e si debba essere aggressivi per andare forte. Il livello è altissimo, il posto migliore in cui misurarsi. Sono contento di trovarmi qui”.

Quali obiettivi davanti agli occhi di Skinner? Ambizioni serie per lui: "Io voglio figurare in questo paddock. Ho 20 anni, il mio obiettivo consiste nell’arrivare in MotoGP, niente è meglio della classe regina. Sono giovane, sicchè proverò a spingere al massimo, conquistandomi un posto fisso nel paddock prototipale. La SBK è un campionato fantastico, costituito da corridori magnifici. Però io preferisco la MotoGP, darò il cento per cento per stare qui”.

Ispirazioni o idoli, ne abbiamo? Certamente: "“Quando ero piccolo, mi piaceva Valentino Rossi, e ancora lo adoro. Lui ha dominato in lungo e in largo, perciò... in realtà non che io abbia particolari ispirazioni britanniche, sebbene si possano raccontare imprese a due ruote di piloti nostrano in tante serie mondiali. Tu hai nominato James Toseland e Cal Crutchlow, entrambi grandissimi, Ma io ho quale fonte mio papà, capace di vincere un paio di campionati scozzesi. Ha partecipato anche alla Northwest 200, e io sono cresciuto al suo fianco. Lui ha sempre corso, e io l’ho seguito attentamente, malgrado lui abbia partecipato a manifestazioni nazionali, resta per me la prima guida”.

Muri e marciapiedi? Naaa, meglio gli airfence

Che ne pensa delle gare stradali un ragazzo impregnato di tal concetto e tradizione? Innanzitutto, occorre fare una premessa: "Sono veramente stradali le Road Races - ogni tanto ci si lascia confondere da omonimie traditrici - dico quanto sia incredibile ciò che fanno quei ragazzi. Personalmente, non me la sento di gareggiare lì; mi sono recato al Tourist Trophy per la prima volta quest’anno, e ho pensato: oh, tutto questo è incredibile! Mi piacerebbe effettuare dei passaggi, ma senza spingere al limite né correre davvero contro il cronometro. E’ veramente pericoloso, io preferisco essere aiutato dagli air fence in caso di caduta. Lì è pieno di muri, sai com’è... comunque ho un gran rispetto per chi partecipa, conosco John McGuinness bene, è un amico: è una persona meravigliosa, dannatamente veloce nelle competizioni su strada. Questione di attitudine metale. Io sono cresciuto tra i cordoli”.

Dalle sue parti, gli spazi sono grandi e gira poca gente. A lui piace così: "La Scozia è veramente piccola. Basti pensare che l’area di Londra conti oltre 10 milioni di individui, da noi tutto il territorio ne ha 6. Quindi, la percentuale della popolazione dotata di moto è risicata, ma la comunità affezionata alle gare motociclistiche è davvero forte. Sono diventato grande seguendo mio papà nel campionato scozzese, spendendo il mio tempo con tanti ragazzi a girare con loro nel paddock, facendo gruppo, una sorta di famiglia”.

 

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