Storie Italiane: Luigi Ancona, la freccia del Sud

Storie Italiane: Luigi Ancona, la freccia del Sud

Raro esempio di pilota del Mondiale proveniente dalla Puglia, Ancona è stato protagonista della 125: "Che duelli con Capirossi, Cecchinello e il giovanissimo Rossi. Mi è mancata l'occasione giusta"

19.02.2022 ( Aggiornata il 19.02.2022 18:17 )

Alcune foto sbiadite di un giovanissimo Luigi Ancona, ex pilota pugliese che tra il 1993 e il 1996 si destreggiò nel Motomondiale classe 125, sono la testimonianza vivida di un capitolo del motociclismo ormai lontano. I ricordi che però Luigi, alle porte dei 50 anni che compirà a inizio marzo, conserva nel cuore e negli occhi sono lucidi e definiti.

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Gli inizi


La sua è una pagina di motociclismo italiano scritta al fianco di piloti come Loris Capirossi, Max Biaggi, Alessandro Gramigni, e poi anche Valentino Rossi, con il quale ha condiviso gli inizi della sua carriera:  “L’ho visto crescere – racconta – si intuiva subito che aveva delle qualità fuori dal comune”. Ancona, a differenza dei giovani piloti di oggi che iniziano con le Minimoto, partì dal campionato monomarca Honda: “La passione l’ho ereditata da mio padre – spiega – grande appassionato ed ex pilota. Da bambino non vedevo l’ora di raggiungere i fatidici 14 anni per iniziare a correre. Partii dal monomarca, in sella a una Honda NS 125, ero il più piccolo in assoluto”.

L'Europeo sfiorato, l'approdo nel Mondiale


Poi Luigi passò al Campionato italiano Sport Production con una Gilera ufficiale, per approdare successivamente all’Europeo per due stagioni: “Non fu semplice, ma ottenemmo discreti risultati”. Un video del 1992, quando corse nel Team Italia con l’Aprilia, circola sui social network: i riccioli biondi del giovane Ancona, insieme a Lucio Cecchinello e Livio Bellone. Il pugliese appariva timido, ma veniva etichettato come la giovane promessa del motociclismo italiano: “Con il Team Italia sfiorai la vittoria del titolo europeo. Conquistai due gare e feci diversi podi, perdemmo per qualche colpo di sfortuna, per problemi meccanici. La mia carriera è stata costellata da occasioni mancate come questa”.

Il successo soltanto accarezzato non impedì ad Ancona di approdare al Mondiale, sulla Honda del Team Ipa: “Avevamo un bel motore – spiega – ma dal punto di vista della ciclistica eravamo abbastanza indietro. Ce la giocammo comunque bene”. Il pensiero va alla prima gara: Fu in Australia, si correva a Eastern Creek, non a Phillip Island come oggi. Ero decisamente emozionato: venivo dall’Europeo, ma nel Mondiale vidi subito che c’era un bel salto di qualità, e più che a livello tecnico, parlo di esperienza. Al primo ‘pronti via’ della gara ci furono sgomitate a destra e sinistra, rimasi spiazzato, ma dalla seconda gara imparai ad aprire i gomiti anch’io”.

Il pugliese ricorda molto bene alcuni dei suoi avversari: Con Capirossi crescemmo insieme nelle categorie minori, si creò un bel rapporto. Ma anche con Biaggi, ci confrontavamo su come affrontare le gare”. Trovare il rivale più forte non è facile: “Capirossi mi ha sempre impressionato. Poi Rossi, con cui ho condiviso anche un podio prima che arrivasse nel Mondiale. E che dire di Cecchinello, con lui al Team Italia, era una lotta continua”. Per quanto riguarda l’idolo di sempre, invece, Luigi non ha dubbi, è Freddie Spencer: “Arrivò in Europa portando uno stile di guida nuovo, diciamo era il Marquez di quei tempi. Riuscì a rivoluzionare lo stile di guida ‘classico’. Per me era un esempio da seguire, quello che cercavo di emulare. Guardavo le sue gare in TV per vedere come si muoveva sulla moto, cosa faceva, cercavo di “rubare” con gli occhi il più possibile”.

Il viaggio nei ricordi si ferma poi alla prima gara corsa al Mugello nel Motomondiale, pista che ovviamente resta tra le preferite: “Partii in seconda fila. La mattina quando entrammo in pista per lo schieramento, avevo la visiera alzata e mentre lo speaker pronunciava il nome dei piloti, sentii l’urlo della folla quando riecheggiò il mio. Fu un’emozione grandissima”.

Rimpianti


La decisione di ritirarsi arrivò nel 1999, anche se già dal 1997 non correva più nel Mondiale. Nella carriera, Ancona ha disputato 200 gare e ottenuto 25 vittorie: Pensavo di avere le capacità per lottare per il titolo mondiale – dice con un po’ di rammarico – ma non ho mai avuto una moto all’altezza per potermela giocare davvero, così come degli sponsor”. Oggi Luigi vive nella sua Bitonto dove ha un’attività di toelettatura per cani e gatti, dato che gli animali sono sempre stati la sua seconda passione.

L’amore per le moto non si è sopito – segue il Motomondiale in TV – ma le due ruote oggi sono soprattutto quelle delle biciclette, con cui partecipa a gare amatoriali. I tre figli conoscono il suo passato di pilota, ma al momento nessuno di loro è un vero appassionato. Chissà, forse perché oggi non c’è più la 125 che scaldava il cuore dei ragazzi della generazione di Luigi. “Anche se con pochi cavalli – conclude – andava gestita perché aveva una cattiveria e una potenza impressionanti. Avevamo un bel da fare e nella guida veniva fuori il vero pilota. Con tutto il rispetto, nulla a che vedere con la Moto3 di oggi”.

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