Il "Cavallo Pazzo" Mamola spegne 61 candeline: tra genio e sregolatezza

Il "Cavallo Pazzo" Mamola spegne 61 candeline: tra genio e sregolatezza© Milagro

Considerato da molti come pilota dotato di grande talento, non ha mai agguantato il titolo mondiale nonostante abbia guidato moto molto competitive

11.11.2020 10:38

28 anni fa l’ultimo Mondiale disputato in 500, concluso in decima posizione con 45 punti ed un solo podio in sella alla Yamaha: parliamo di un californiano di grande talento capace di numeri incredibili, ovvero Randy Mamola. 61 anni il 10 novembre.

Re senza corona


Californiano di San Josè, non ha mai centrato il titolo mondiale nonostante i suoi 13 anni di militanza nella 500 (dal 1979 al 1992, anno del suo ritiro dopo l’ultima gara in Sudafrica). E’, insieme a Mike Hailwood, Eddie Lawson e Loris Capirossi, il pilota che ha vinto almeno un GP nella Classe regina con tre marche diverse.

Ritiratosi dalle competizioni a fine '92, ha iniziato a fare le telecronache del Motomondiale ed essere inviato sui campi di gara per Eurosport, nel 2000 è stato inserito nella Motorcycle Hall of Fame e nel 2018 Legend della MotoGP

Gli inizi


Il californiano è diventato pilota professionista all’età di 16 anni e fino al 1978 ha corso per i circuiti degli Stati Uniti. L’anno successivo è stato portato sui circuiti del Motomondiale dalla Yamaha esordendo nella 250 in Venezuela. Quarto posto finale con 64 punti e tre podi, niente male per un rookie!

Nello stesso anno disputa sia la 350, raccogliendo però zero punti, e la 500 con la Suzuki, chiudendo il campionato in ottava posizione con 29 punti ed i primi due podi in carriera.

La 500, i titoli da vice campione e i numeri da rodeo


La storia vera di Mamola in 500 parte dal 1980, sempre in sella alla Suzuki. 2 vittorie (Belgio, Inghilterra), 4 podi complessivi ed il primo titolo da vice campione alle spalle del connazionale Kenny Roberts.

L’anno successivo le vittorie sono sempre 2 con 7 podi successivi ma il finale è identico all’anno precedente, vice campione dietro a Marco Lucchinelli per soli 11 punti

L’82 è un anno complicato per Randy: 1 sola vittoria e 4 podi complessivi per un sesto posto finale e 65 punti mentre l’anno successivo torna sul podio mondiale con il terzo posto finale.

Nel 1984 il passaggio in Honda dopo 4 anni di Suzuki. E’ di nuovo vice campione del mondo dietro al connazionale Eddie Lawson per 31 punti con 3 vittorie e 9 podi su 10 gare totali.

Il suo '85 assomiglia all’82 con il sesto posto finale e 72 punti ma con l’highlight del numero da rodeo a Misano nell’ultima gara stagionale che conclude al terzo posto nonostante quel numero. 

Nel biennio 86-87 cambia ancora marca andando a correre per Yamaha. 4 vittorie e 19 podi complessivi con la casa di Iwata. L’86 lo chiude al terzo posto con 105 punti mentre nell’87 è nuovamente vice campione alle spalle di Gardner per 20 punti. 

Il fascino dell’Italia e della "Rossa"


Nel 1988, venne ingaggiato dalla Cagiva, primo top rider dei tempi moderni disposto ad accettare la sfida di correre con la moto italiana, una sfida che si prospettava impegnativa ed infatti i risultati scarseggiarono, forse anche per la sua guida aggressiva, ma Mamola riuscì comunque a regalare alla casa italiana un podio iridato, il primo per una casa italiana nella classe regina dopo un digiuno lungo 13 anni.

L’evento “storico” si verificò quando alla guida della C588 Randy arrivò terzo dietro a Wayne Gardner e Eddie Lawson al Gran Premio del Belgio disputato il 3 luglio 1988.

Con la casa italiana rimane fino al 1990, raccogliendo pochissime soddisfazioni oltre al podio dell’88 per via di una moto non ancora ai livelli delle grandi della 500. 

Gli ultimi anni e la beneficienza


Dopo l’anno sabbatico del '91, decide di rimettersi in gioco nel '92 ritornando in Yamaha. Un solo podio e tante top 10 per quella che è la sua ultima stagione da pilota professionista. Al termine del '92 appende il casco al chiodo dedicandosi full time all’attività di beneficienza, iniziata nel 1986.

Dal '96 è tra i fondatori dell’associazione Riders for Health, che si occupa di fornire moto e addestramento tecnico per la loro manutenzione ai progetti che si propongono di distribuire medicinali o apparati medicali nelle zone rurali dell’Africa.

Randy tornerà a far vivere brividi in moto ai fortunati passeggeri della Ducati Desmosedici biposto.

 

Buon Compleanno Randy, Cavallo Pazzo!

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