Venti anni fa: la prima vittoria di Garry McCoy in 500

Venti anni fa: la prima vittoria di Garry McCoy in 500© Milagro

A Welkom, l'australiano del team Yamaha WCM conquistò a suon di derapate il primo di tre Gran Premi della mezzo litro, regolando nel finale Checa, con Capirossi terzo

28.03.2020 11:53

L'attesa era finita: nella mattinata sudafricana di Welkom del 19 marzo, la Classe 500 stava per effettuare il warm up di categoria, in preparazione del primo Gran Premio dell'anno 2000.

La scorbutica, puzzolente e indomabile mezzo litro a due tempi proponeva una griglia di tutto rispetto: Alex Criville era l’erede di Michael Doohan in Honda, grazie al titolo conquistato mesi addietro. Max Biaggi comandava l’assalto Yamaha, Kenny Roberts il tiratore scelto Suzuki. Inoltre, pronti alla battaglia i vari Barros, Gibernau, Checa, Capirossi, Abe, Okada, Harada, Mc Williams, Laconi... e poi c’era lui. Valentino Rossi, rookie italiano con in tasca due allori: 125 e 250.

Questi grandissimi nomi dovettero, però, piegarsi al cospetto del piccolo, magro ed orecchiuto australiano Garry McCoy, pilota di Sidney, trasferitosi a Roma in cerca di fortune agonistiche.

Nessuno poteva immaginare come sarebbe andata la gara e nemmeno il vincitore stesso, per sua diretta ammissione.

McCoy, vince e diventa “Derapator”


L’inizio della corsa fu molto acceso, nei primi giri su 28, contammo tanti sorpassi al vertice, con Biaggi, Roberts, Capirossi e Checa in duelli all’ultimo sorpasso. Da metà contesa, le gomme iniziarono a calare e vennero fuori i derapatori. Più o meno: perché il “novello” Rossi si sdraiò malamente, Kenny perse posizioni, Biaggi fu costretto al ritiro, il campione in carica Criville non aveva il passo per stare davanti. Nel frattempo, una Yamaha color blu con la tabella numero 24 cominciò a risalire la china.

La guidava McCoy, al primo anno completo su una quattro cilindri di Iwata, nella fattispecie messagli a disposizione dal magnate Peter Clifford, vero scopritore di talenti.

E di stoffa, Garry ne aveva. Realmente dritto nemmeno in rettilineo, lo stuzzicadente Aussie intraversava in uscita - ma non datelo per scontato - ed anche in ingresso curva, in pieno stile rallistico. In pratica: se la piega da affrontare era a sinistra, sino all’ultimo metro disponibile offerto dalla sua staccata, la moto rimaneva inclinata a destra. Poi, con un colpo secco, il pilota la indirizzava in traiettoria.

Resosi conto che la le loro glorie stavano durando poco, i fuggitivi Capirossi e Checa furono infilati da McCoy esattamente in quest’ordine: frenata al limite della YZR che superò la NSR numero 65 e secondo micidiale sorpasso ai danni della Yamaha numero 4.

Tutti erano a gomma Michelin anteriore finita, forse anche la posteriore. La cosa non preoccupò “Derapator” che si aggiudicò corsa ed il nickname appena letto:Sono molto felice - le parole di McCoy a contesa conclusa - perché mica me l’aspettavo di vincere, sapete?! Oggi è un giorno fantastico per me. Volete sapere come faccio a derapare così? Semplice: l’ho imparato guidando lo scooter nel centro di Roma. Nella capitale ci sono tanti sampietrini ed è facile perdere aderenza. Ebbene, ho imparato a gestire lo scivolamento in accelerazione e frenata”. Altro che ranch o posti del genere.

Chi pensava che il suo fosse un mero exploit, si ridimensionò: l’australiano vinse nel 2000 anche all’Estoril e a Valencia, calcando i podi di Malesia, Brno e Brasile. Sempre di traverso.

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