Caschi d'Oro Motosprint: la nostra festa dei numeri 1

Caschi d'Oro Motosprint: la nostra festa dei numeri 1© GPAgency

Un viaggio tra passato presente e futuro del mociclismo: dalla leggenda di Agostini alle aspirazioni di Bagnaia, passando per i sogni dei giovani campioncini Vuono e Pini

02.02.2023 ( Aggiornata il 02.02.2023 10:15 )

Serviva un ritorno in grande stile dopo sei anni di assenza, ed i Caschi d’Oro hanno decisamente rispettato le attese. Nell’edizione numero 43 dell’evento griffato Motosprint infatti non è mancato nulla, in una cerimonia che ha abbracciato varie epoche, dai trionfi di Giacomo Agostini e la MV all’ultima impresa di Pecco Bagnaia sulla Ducati. Entrambi i campioni erano presenti alla notte di gala del settimanale dedicato alla due ruote.

Una serata magica grazie alla splendida cornice fornita dal teatro Galli di Rimini, adornato esternamente da alcune moto leggendarie come la MV Augusta 500 di Agostini e la Suzuki da Cross di Michele Rinaldi, fino ad arrivare alla lunga serie di campioni – lo stesso Agostini in primis – a sfilare sul palco uno dopo l’altro, mettendo insieme un pazzesco numero di mondiali, per la precisione 60. Un mix perfetto tra passato, presente e futuro, racchiuso nel percorso che ha contraddistinto l’evento: partiti dagli anni ’70 – e dalla premiazione del padre del motocross italiano Emilio Ostorero – si sono rapidamente attraversati i decenni, con mix difficile da trovare altrove.

Bagnaia e non solo: il presente è qui


Non è facile del resto trovare a colloquio Giacomo Agostini e due giovani campioncini come Guido Pini e Gabriel Fabio Vuono, intenti ad imparare i segreti del mestiere da una leggenda. “In caso però fermatevi a 14 titoli” ha chiosato sorridendo (ma non troppo, è noto quanto sia geloso dei suoi record) Ago, davanti agli occhi ammirati – ma non intimoriti – dei due giovani.

Si è continuato poi a respirare il profumo dei due tempi, con piloti entrati anche nell’immaginario comune dei tifosi come Loris Capirossi e Max Biaggi, premiato sia per la carriera che per il record di velocità messo a segno - 470, 2 km/h – solo sei mesi fa. “Ho dovuto interrompere uno dei tentativi di record – ha raccontato il romano – dato che intorno ai 400 orari il casco ha iniziato a disfarsi. Per questo tipo di imprese, serve un altro tipo di equipaggiamento”.

Un viaggio fatto di ricordi tra le epoche, sino a giungere al presente – e futuro – del motociclismo italiano. Prima hanno sollevato al cielo le proprie statuette Enea Bastianini e Marco Bezzecchi, padroni di casa in quanto riminesi pronti a prendersi ancora di più la scena in MotoGP, poi è toccato ovviamente a Pecco Bagnaia, il nuovo numero uno – sia metaforicamente che fisicamente ora – della MotoGP. “Mi sono subito trovato a mio agio nel team ufficiale – le parole di Enea – molto meglio rispetto a quanto mi aspettassi. Sono carico”.

Da Cairoli a Verona


Bastianini ha formalmente lanciato dal palco di Rimini il suo attacco al titolo mondiale, quello che gli consentirebbe – tra le altre cose – di toccare quota due allori come Manuel Poggiali, un altro dei campioni premiati nonché icona di stile della serata con il suo smoking. C’è poi chi ha potuto presenziare solamente tramite video, come i campioni Superbike e MXGP 2022 Alvaro Bautista e Tim Gajser, accomunati da un pensiero comune. “Ho ricevuto il primo Casco d’Oro ben 16 anni fa, quindi fa effetto ottenere il secondo” il racconto dello spagnolo, “E’ un premio speciale, che in passato hanno conquistato tanti campioni che ammiro” quello dello sloveno, uno dei nuovi prospetti del motocross mondiale succeduti a Tony Cairoli, premiato a Rimini per i nove titoli mondiali ottenuti nel corso della sua sfavillante carriera.

Oggi il suo erede nell’off-road, anche se in un’altra specialità, l’Enduro, è Andrea Verona, campione dell’EnduroGP a soli 23 anni, un fenomeno di talento e modestia. Talento, titoli e sorrisi: questi gli ingredienti base della serata, che ha ricordato ancora una volta a tutti quanto il motociclismo possa regalare emozioni. Le stesse emozioni che Motosprint ha raccontato e continuerà a raccontare, con la forza della passione.

Prima di Bagnaia e Bautista: i numeri 1 più iconici dell'era moderna

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