Cosa succede quando un pilota incontra una design house? Il risultato sono due serie limitate di moto, molto lontane ma complementari
Sono due anni che Danilo Petrucci lavora con la design house Dotto Creations e oggi, finalmente, ecco che si possono vedere e toccare con mano i risultati di questa speciale collaborazione. Attuale pilota Superbike, con un trascorso di dieci anni in MotoGP, una Dakar e un anno nel MotoAmerica Superbike, il ternano ha pensato a costruire la moto dei suoi sogni e Francesco Iannuzzi e Gianluca Bartolini lo hanno guidato in questa avventura. Il risultato sono due serie limitate di moto, molto lontane ma complementari: le due facce di una stessa medaglia.
Danilo ci ha racontato: “All’inizio non sapevo neanche esattamente bene cosa fare, non li conoscevo, poi la cosa è proseguita. Loro vengono dal mondo automotive, sono molto bravi e due anni fa hanno fondato questa design house, una piccola azienda. Ho visto la loro prima moto, Grimilde, nata da un modello vecchio e partendo da lì abbiamo pensato a costruire la mia moto ideale. Dopo ore e ore di chiacchierate siamo arrivati a questi due progetti”.
Da una parte c’è l’iconica Ducati 916, moto con cui lo stesso Danilo ha macinato i primi chilometri e da cui è nata la serie limitata “Il mito di Noveunosei”. Senza stravolgere quel capolavoro di Massimo Tamburini, Dotto Creations ha preso gli iconici fari della 916 e li ha trasformati nelle voraci prese d’aria di un motore che ha il doppio dei pistoni di allora. Da lì un semplice lavoro sulle poche linee che disegnano la moto: il minimo indispensabile. Gli esemplari di Noveunosei saranno 16 in onore del numero così tanto impresso nei ricordi degli appassionati: 9+1+6=16.
Dall’altra parte c’è la Ducati Desert X, da cui è invece nata la serie limitata “La leggenda di Handyman”. Petrucci ha continuato: “Quest’ultima la sento più mia, con il soprannome “tuttofare” che mi era stato dato nel 2022(quando si era destreggiato tra Dakar, MotoAmerica Superbike e MotoGP nel giro di un anno, ndr). Io l’ho pensata, loro l’hanno disegnata, l’abbiamo modificata in tutti i versi, hanno fatto mille disegni. La volevo comoda, versatile, ma allo stesso tempo anche bella, che mi facesse girare quando la parcheggiavo”. E poi il desiderio è stato esaudito: “Ho creato la moto dei miei sogni e a quel punto c’era l’interesse anche da parte di altre persone di acquistarla, allora abbiamo cominciato a pensare un po’ diversamente per cercare di realizzarne più pezzi”. Quelle proposte al pubblico saranno solo 10, come l’iconica X presente sia in Petrux che in Desert.
Link copiato