Mazzola, un team per ripartire: "Questo mondo può toglierti tanto, ma la passione resta"

Mazzola, un team per ripartire: "Questo mondo può toglierti tanto, ma la passione resta"

Simone elettrizzato dalla sua nuova avventura: "Mi regala adrenalina. Ho pensato che vedere le moto con il mio nome mi avrebbe reso di nuovo partecipe, le corse mi hanno insegnato tanto"

13.02.2024 ( Aggiornata il 13.02.2024 16:05 )

Le passioni sono un qualcosa di difficile da spiegare, quasi di irrazionale, che contraddistinguono ogni essere umano, a prescindere da tutto il resto. Simone Mazzola lo sa bene, ed è un esempio perfetto di tale concetto: la passione per il motociclismo lo ha portato in pista ad inseguire il suo sogno , sino all’incidente – nel maggio 2017 a Misano – che gli ha cambiato la vita, lasciandolo paralizzato dalla vita in giù. Quella stessa passione è però oggi il primo carburante di Simone, tanto che oggi proprio grazie al motociclismo insegue un nuovo obiettivo: conquistare il maggior numero di soddisfazione con la propria squadra, il Mazzola Racing Team.
 
Simone, come è nata l’idea di fondare un team?
 
“Dopo l’incidente la passione per le moto mi è rimasta, anche se l’ho un po’ soffocata perché non era facile tornare in pista ed assistere da spettatore. In questi mesi ho pensato che fondando un team e vedendo le moto con il mio nome mi sarei sentito di nuovo partecipe e protagonista, così mi è venuta voglia di farlo davvero. Forse mi sono mosso un po’ in ritardo per la stagione alle porte, essendomi attivato a dicembre, ma sto spingendo forte per organizzare tutto. Sto cercando qualche sponsor per completare il budget ed i piloti: spero di ritrovare le persone che mi hanno aiutato in passato, ma già posso ringraziare tutti coloro che stanno ora supportando questo nuovo progetto”.
 
Perché le Ohvale?
 
“Ho visto l’anno scorso una gara a Magione, e mi è piaciuto tutto. Anche il paddock, del resto ci sono squadre importanti come il team Leopard, così ho pensato che potesse essere un ottimo punto di partenza, considerato anche il calendario ed il regolamento”.
 
Hai già in mente una sorta di piano di crescita?
 
“Sicuramente mi piacerebbe tornare nel mondo delle ruote alte, ma vedremo in futuro come andranno le cose. Non è facile, per il momento mi focalizzo anno per anno. Partire non è semplice, viste anche le mie difficoltà, ma ho tanta voglia”.
 
Tutto quello che è successo non ti ha tolto la voglia di moto, non c’è dubbio.
 
“Assolutamente. Il mondo delle corse mi ha fatto crescere anche come persona, mi ha insegnato tanto: quando sei un ragazzo e fai il pilota ti devi confrontare con i meccanici, che sono più grandi di te, quindi ti forma il carattere ed il rispetto verso tutti. E’ un mondo che può anche toglierti tanto, come è successo a me, ma la voglia di andare in pista e la passione restano. Di conseguenza vorrei che tutto questo diventasse un lavoro, tramite il mio team”.

Mazzola: "Non ti abitui mai a tutto questo, ma ti adatti"

Ti piacerebbe vederti anche in un’altra veste all’interno del paddock in futuro?
 
“Non saprei, credo che possedere un team possa essere la scelta più appagante. Ho scelto questa strada perché la reputo la migliore. Basti pensare che anche la componente organizzativa, che spesso può rivelarsi noiosa, a me regala ad oggi tanta adrenalina. In precedenza non avevo input, mentre ora ho tanta motivazione, e quel normale mix di ansia e timore da debutto”.
 
Come stai ora?
 
“Anno dopo anno sto capendo come vivere la vita di tutti i giorni e mi adatto. Non ti ci abitui mai, ma ti adatti e vai avanti. Non è facile, ci sono tante difficoltà ma vanno affrontate. Si deve guardare avanti, del resto indietro non si torna”.
 
Hai degli obiettivi in mente in termini di recupero?
 
“Considerata la lesione che ho tutto rimane abbastanza stabile. Pratico degli esercizi e faccio fisioterapia, per sciogliere i muscoli ed evitare che mi facciano male. La mia condizione però resta la medesima. Tatay? Non ho seguito molto la vicenda, vedo però che spinge molto in termini di fisioterapia: all’inizio è giusto così”.
 
Cambiamo discorso. Stai seguendo la MotoGP? Chi apprezzi?
 
“Sono molto curioso di vedere cosa potrà fare Marquez in Ducati, penso possa tornare il vero Marc. Mi piace molto anche lo sviluppo tecnico che stiamo vedendo, dato che ti fa davvero capire quanto la MotoGP sia il top del motociclismo. Il livello dei piloti è molto alto: ho corso con tanti degli italiani attualmente in griglia, a partire da Di Giannantonio e Bezzecchi”.
 
La SBK invece?
 
“La seguo meno, anche se quando mi sono fatto male ero indirizzato verso quel paddock, in particolare la Supersport300. Quando ci correvo io le moto erano un po’ lente in relazione al peso: ora le cose sono migliorate, ma il problema resta. In generale quest’anno sarò certamente più presente alle gare rispetto al recente passato, con il giusto spirito”.

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