Addio Garry Taylor, titolato 500 con Schwantz e Roberts

Addio Garry Taylor, titolato 500 con Schwantz e Roberts

Era il manager del team Suzuki, che ha condiviso i successi della mezzo litro insieme ai due americani. L'inglese aveva 74 anni

Redazione

31.01.2024 ( Aggiornata il 31.01.2024 09:40 )

Si è spento all'età di 74 anni Garry Taylor, manager storico del team Suzuki, capace di vincere due mondiali della classe 500, condivisi assieme a nomi quali Kevin Schwantz e Kenny Roberts. Col texano l'impresa fu firmata nel 1993, il figlio di Kenny "padre" gli portò il successo nel 2000. Ad annunciare la notizia della scomparsa  è Phoebe, figlia dell'esperto inglese, appartenente alla categoria di autentici personaggi da paddock che oggi non si incontrano più.

Garry Taylor: due volte iridato da dirigente Suzuki

Parlava per ore, descrivendo il perché e per come il rotore dell'elicottero emanasse tale suono, spiegandone nei minimi dettagli dinamica e tecnica. Si soffermava anche con gli estranei, raccontando le peripezie attraversate nel viaggio da Londra a Shah Alam. Allacciava rapporti proficui con sponsor e Case, realizzando accordi commerciali e sportivi di alto livello.

Voleva correre in auto, Garry Taylor, ma non aveva i soldi per farlo. Peccato, Brands Hatch si trovava a due passi da casa, e il Regno Unito offriva opportunità a quattro ruote per (quasi) ogni tasca. Decise così di intraprendere il percorso di Marshall, strada ritenuta bislacca dai più, che lo portò invece nel Motomondiale dell'epoca, fatto di opportunità scaturite dai rapporti umani.

Entrato in Suzuki, divenne dirigente del team che, con base Oltremanica, si aggiudicò i titoli della classe 500 in due edizioni simili ma diverse: gli americani Kevin Schwantz e Kenny Roberts, rispettivamente nel 1993 e 2000. La soddisfazione palesata dal professionista sempre elegante, barbuto, e talvolta simil-hawaiano fu tale, da archiviare la delusione di non aver mai corso gare di alto livello iridato.

Garry Taylor 1949-2024

Quando decise di ritirarsi, dal principio di metà anni 80 al 20004, lo fece per vari motivi. Tra cui, la voglia di trascorrere tempo in famiglia a casa, in Inghilterra. Sebbene fosse sempre attento alle azioni dei suoi ex colleghi, si limitava a guardarli davanti alla TV, comprando giornali di settore, leggendone gli approfondimenti. Ma Kate, la moglie, e Phoebe, la figlia, rappresentavano la priorità. 

Le gare, per lui erano finite,  però cominciò la corsa più difficile. Problemi di salute cominciarono ad attanagliarlo, però mai scoraggiarlo. Il carattere sempre positivo, il desiderio di esperienza, il desiderio di vita sono valori trasmessi dal post Facebook divulgato dalla figlia: "Papà, hai lottato con forza e a lungo. Riposa, sdraiato sul divano, in pace e protetto da cani che adoravi.  Sei stato amato da tanti, perché significavi molto per molte persone. Grazie per essere stato il mio miglior amico, capace di portare il buonumore anche nei momenti bui"

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