Giovanni Copioli: "Abbiamo vinto tanto, ma non siamo appagati"

Giovanni Copioli: "Abbiamo vinto tanto, ma non siamo appagati"© GpAgency

L'intervista esclusiva al Presidente FMI: "MotoGP e derivate dalla serie, Endurance e MotoE, Enduro e Cross: abbiamo festeggiato ma vogliamo sempre di più"

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18.01.2024 ( Aggiornata il 18.01.2024 14:31 )

Essendo un motociclista nel cuore, nel fisico e nella mente, Giovanni Copioli non necessita del Metodo Stanislavskij, usato nella recitazione teatrale e nel cinema da attori che interpretano ruoli o persone al di fuori delle corde personali. No, il presidente della Federazione Motociclistica Italiana sa benissimo cosa significhi indossare gli abiti del pilota, saltare in sella e dare gas, potendo contare su una visione puramente naturale e istintiva, sebbene passi la maggior parte del tempo in giacca classica e camicia bianca.

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Giovanni Copioli, un 2023 straordinario


Le sue presenze al GP Valencia e ai FIM Awards di Liverpool sono state la chiosa di un 2023 (ancora) straordinario per i nostri colori, verde, bianco e rosso: “Davvero, davvero” conferma con entusiasmo. Un’Italia d’eccellenza pure quest’anno, in diverse discipline. In ordine sparso, Niccolò Canepa si è laureato campione del Mondo dell’Endurance, Andrea Adamo ha vinto il titolo MX2, Niccolò Bulega ha trionfato nella Supersport, Mattia Casadei lo ha fatto nella MotoE, Kevin Cristino è stato primo nell’Enduro Junior e poi ovviamente c’è Pecco Bagnaia, che si è confermato numero 1 della MotoGP. Si tratta di risultati enormi a livello individuale. Ma sono state numerose anche le soddisfazioni provate dal valore di team e squadre. Soltanto la Sei Giorni di Enduro disputata in Argentina ha registrato un epilogo sfortunato, con problemi accusati da due moto, altrimenti ce la saremmo giocata anche lì. Per il resto, contiamo podi nei Quad, nei Sidecar, nel Motard e nel Trial, sino ad arrivare alla classe regina delle due ruote, la MotoGP in cui abbiamo vinto più del 50% delle corse domenicali”.

Si avvertiva grande tensione a Valencia, perché la posta in palio era alta: a oltre un mese di distanza quel weekend è ancora sulla pelle.

“Sì, a tratti l’atmosfera era spessa, tuttavia inebriante. Pecco e la Ducati hanno ripetuto quanto ottenuto nel 2022 e noi, da compagine Italia, siamo nuovamente sul tetto del Mondo. Come dicevamo, contiamo sei iridati, ne siamo fierissimi. Il merito è dei piloti partecipanti a tutte le discipline ma, se abbiamo in MotoGP una flotta così importante e competitiva di italiani, il motivo è riconducibile al lavoro fatto nei confini nazionali, ormai senza confine. Se dal passato ricordiamo personaggi di successo quali Max Biaggi, Valentino Rossi e Loris Capirossi, adesso il livello è altrettanto alto. Bagnaia, Enea Bastianini, Marco Bezzecchi, Luca Marini, Fabio Di Giannantonio, Franco Morbidelli: ognuno di loro corre al top e, fa piacere ricordarlo, sono nati nel Campionato Italiano Velocità”.

Vincere è fantastico, ma non crea “cattive abitudini”?

“Comprendo il senso della domanda: l’importante è evitare di pensare che vincere rappresenti una sorta di normalità. Vincere è la sintesi di un modus operandi funzionante da anni, nel quale il lavoro e il metodo continuano ad andare avanti. Andare avanti significa mettere a disposizione dei giovani strutture e persone impegnate in funzione della loro crescita, come usiamo fare nel progetto Talenti Azzurri. I Tecnici Federali offrono passione, tempo ed esperienza, le borse di studio contribuiscono alla maturazione di un frutto, seminato di stagione in stagione. Abbiamo la fortuna di essere apprezzati dai piloti della MotoGP: ammirare il logo della Federazione Motociclistica Italiana sulle tute di tutti i piloti nostrani è un ulteriore motivo di enorme soddisfazione. Ciò evidenzia il rapporto stretto instauratosi naturalmente, nonché un segnale utile ai giovani: il nostro logo è sul vestiario dei piloti, a titolo puramente gratuito”.

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