Dal Friuli a Daytona: Simone Toso, "cervello elettronico" multitasking

Dal Friuli a Daytona: Simone Toso, "cervello elettronico" multitasking

Vuole "fare l'americano", riuscendoci bene: successo nella 200 Miglia e conquista della Supersport USA, nelle vesti di supervisore Ducati

03.01.2024 ( Aggiornata il 03.01.2024 15:13 )

All'occorrenza, sfodera il dialetto friulano, precisando orgogliosamente: "Suppo" che non è Livio, bensì un modo di dire "guarda che è una lingua vera e propria, da noi ancora in voga". Simone Toso, originario di Palmanova, è un professionista che ha lasciato casa presto, chiamato dalla passione delle corse. La sua abilità, tra le tante a propria disposizione, ottenere il meglio da ogni tipo di propulsore, agendo sulla gestione elettronica e i relativi trucchi, per lui senza segreti. Le sue competenze, accresciute ed evolute negli anni, lo hanno portato ad esperienze mondiali dalla vasta scala, sino all'approdo nel MotoAmerica, serie in cui il suo nome gira nel paddock a gran voce.

Un friulano Oltreoceano: Toso sull'ovale della Florida

Quando è in Italia, Simone trova base a Milano, città da cui è partito alla volta di campionati del mondo, più avanti per gli Stati Uniti d'America. Stabilitosi in Pennsylvania, ulteriormente appurata e dimostrata la propria capacità, il cosiddetto "elettronico" ha ricevuto un alzamento di grado marcato Borgo Panigale, azienda per la quale lavora: "Numerose stagioni spese nella SBK iridata sono state fantastiche" racconta "poi, la Casa mi ha promosso Responsabile del Reparto Corso dislocato negli USA, mettendomi a disposizione dei team equipaggiati Ducati. Ottimo 2022 con Danilo Petrucci, e sapete cosa è successo?! il team HSBK Warhorse aveva bisogno di un capotecnico, quindi eccomi! Mi sono occupato di Josh Herrin e relative moto, togliendomi grosse soddisfazioni anche nel 2023"

A Daytona, il primo di successi importanti, addirittura storico: "Vincere la 200 Miglia è una sensazione memorabile, che sempre mi porterò appresso. In Florida mi occupavo di Herrin e Xavi Fores, quindi, due rosse 955 bicilindriche. Ero occupato nel ruolo di Capotecnico, supervisionando tutto, oltre al settaggio della gestione elettronica. In un finale thrilling, condito da colpi di scena, Josh ce l'ha fatta, tagliando il traguardo in testa, mandando me e la squadra al settimo cielo".

Non chiunque trionfa sull'ovale caratterizzato da sezione infield articolata: "Trovare l'assetto laggiù, anzi, lassù è complicato. Oltre ai curvoni alti e sopraelevati da affrontare precisi e in pieno, ci sono curve lente, piatte e strette. Immaginate che macello quando si cerca la perfezione. Eppure..."

Titolo Supersport MotoAmerica, con puntate all'Europa

Vietato è pensare che il cognome Toso significhi "ragazzo". Sì, il termine è in voga nel Veneto, ma Simone è friulano. Qualcosa cambia: "Tutto cambia" ride "No, dai. Scherzo. In Friuli Venezia Giulia ci sono tanti professionisti a due ruote di alto livello tecnico e di esperienza. Per esempio, Nando De Cecco, mica ha bisogno di presentazioni. Lui è un amico, abbiamo lavorato insieme e lo posso considerare anche... compaesano. Più o meno (ride)".

Col team HSBK Warhorse Racing Ducati New York, la gloria nella classe Supersport a stelle e strisce: "Xavi Fores ha completato una stagione incredibile, da record: nessun pilota e formazione si erano aggiudicati così tante manche di tappa, valevoli di titolo finale. La vittoria ha fatto eco in tutto il Nord America, Canada incluso".

Pure nel Vecchio Continente sono arrivate notizie: "Certo, infatti, sono stato contattato per dare una mano negli eventi in cui sarò libero. Mi viene in mente la serie EWC, oppure il mondiale stesso. Eccellente, ma prima voglio recuperare quanto mancato, seppur di poco: Josh Herrin ha sfiorato l'affermazione in Superbike, complici episodi sfortunati e strani episodi. Fa niente, ci si riprova. Desidero fare l'americano nel MotoAmerica, non se mi spiego. Quando avrò tempo, tornerò a casa. Ogni tanto, sento il bisogno di esprimermi in friulano, vero idioma, altro che dialetto".

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