Motomorphosis, i valori del motociclismo: parlano Pirro e Bassani

Motomorphosis, i valori del motociclismo: parlano Pirro e Bassani

Cosa significa fare il pilota e cosa insegna questo mestiere? A parlarne sono stati il collaudatore Ducati e il pilota Kawasaki in Superbike

01.12.2023 ( Aggiornata il 01.12.2023 16:09 )

A Roncade, in provincia di Treviso, giovedì 30 novembre si è tenuto uno dei tanti eventi che l’associazione Motomorphosis tiene durante l’anno. Si tratta di un progetto basato su quattro pilastri, ovvero educazione, sostenibilià, mobilità e sicurezza, e tra gli invitati c’erano due piloti professionisti. Il collaudatore Ducati Michele Pirro e il pilota Kawasaki in Superbike Axel Bassani. Entambi si sono rivolti al grande pubblico, costituito per lo più da giovani studenti delle superiori, per parlare del loro mondo: il motociclismo.

La video-intervista esclusiva a Michele Pirro

Pirro: “Lo sport e l'agonismo mi hanno insegnato le regole”


Pirro ha raccontato: “Non ho iniziato a correre in moto perché venivo da un paese dove questo sport era famoso o perch é avevo un genitore già nell’ambiente. Ho affrontato le prime gare che avevo già 14 anni. Più grande rispetto agli altri suoi colleghi, ma ha sottolineato: “Mi reputo una persona molto fortunata perché ho iniziato a fare le corse. Lo sport e l'agonismo mi hanno insegnato le regole. Mi hanno fatto capire quanto sia pericolosa la strada e quindi se non avessi intrapreso questa carriera, non so se a quest'ora sarei stato ancora sano”.

Come spesso succede ai più giovani Michele ha ammesso: “Avevo quell'indole innata di andare forte per strada. Ma rischiavo molto. Quando ho iniziato a fare questo sport mi sono reso conto che ero proprio nella fase più pericoloso della mia vita. Il talento ce l'avevo dentro, ognuno ne ha uno, e ho capito quanto era indispensabile per strada collegare il cervello”.

Il dietro le quinte dell'essere pilota, raccontato da Bassani


La storia di Axel è profondamente diversa: “Io arrivo dalle montagne. Guardavo Valentino Rossi in televisione, ho chiesto a Babbo Natale la minimoto e da lì è cominciato il mio percorso. La moto e lo sport in generale insegnano molto: bisogna fare molti sacrifici e capisci che le cose devi guadagnartele, meritartele. Non è così semplice come sembra”.

Raggiungere quei livelli richiede molto impegno: “Bisogna lavorare duro tutti i giorni. Magari gli amici vanno a fare festa e io sto a casa a dormire perché il giorno dopo devo andare a girare. Durante il percorso, crescendo, molti altri hanno abbandonato, sia per i sacrifici sia per problemi economici”. Lo sport regala poi un altro valore: Inizi ad avere più rispetto degli altri, capisci il sacrificio che c'è dietro”.

Gli è stato poi chiesto quale fosse la sua sesazione ogni volta che taglia il traguardo, e ha spiegato: “Se vinco è bello, ho finito il lavoro ed è stata una grande soddisfazione. Se chiudo indietro è bello lo stesso perché è finita l'agonia. Per noi piloti è sempre importante passare sul traguardo”. Anche quando magari le cose non vanno come vorrebbero: “Quando si cade, la prima cosa che guarda un pilota è la moto, perché deve ripartire. Primo o ultimo a quel punto non importa: devo finire la gara e portare a termine il lavoro sia per me sia per la squadra. Si possono sempre raccogliere dati che possono servire per la gara dopo”.

La video-intervista esclusiva ad Axel Bassani

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