Cosa significa collaudare una MotoGP?

Cosa significa collaudare una MotoGP?© Alex Farinelli

È il periodo dell'anno dove i team fanno vedere al mondo cosa hanno sviluppato grazie anche ai tester, scopriamo la figura del collaudatore in MotoGP

07.02.2023 ( Aggiornata il 07.02.2023 14:20 )

Prima che il pilota ufficiale salga sulla moto c’è il lavoro del collaudatore che prepara il prototipo per la stagione successiva. Il ruolo di quest’ultimo è fondamentale per un team perché consente agli ingegneri e sviluppatori di avere un feedback attendibile e di livello. Infatti molto spesso questi ruoli sono coperti da piloti che hanno avuto la loro più che meritevole carriera nel mondo delle corse e di conseguenza esperienza.

Ad esempio abbiamo visto come la KTM si sia migliorata negli ultimi anni con l’entrata di Dani Pedrosa – tre volte campione del mondo e bandiera della Honda. Un altro esempio poteva essere Sylvain Guintoli, tester Suzuki, infatti anche grazie a lui il team giapponese si è coronato campione del mondo nel 2020. Il francese ha corso in MotoGP e conseguentemente nel campionato di Superbike dove ha trionfato nel 2014 in sella alla Aprilia.

Il ruolo del collaudatore è molto importante perché è il primo che approva le modifiche sulla moto e suggerisce eventuali correzioni agli ingegneri.

Cosa fa un tester di MotoGP?

Nel corso della stagione le case e i team mettono alla prova la moto e vari componenti che vedranno la luce in maggioranza l’anno successivo, eccetto alcune modifiche che verranno montate sul prototipo ufficiale a stagione in corso. I tester hanno la possibilità di salire in sella per migliorare man mano il prototipo, fino ad arrivare alla settimana dello Shakedown dove la “consegneranno” in ai piloti che la guideranno in pista nel campionato. Ma in cosa consiste concretamente il lavoro del collaudatore?

Prendiamo l’esempio di una giornata tipo in circuito. Si comincia la mattina dove la squadra, dedicata al collaudatore, si riunisce per un briefing descrivendo gli obiettivi di giornata e discutendo dei cosiddetti “test items”, in soldoni si tratta di quelle parti della moto da provare, gli elementi da valutare.

Il Savadori della situazione sale in sella e scalda la moto con qualche giro di pista, prima di entrare nel vivo della sessione e spingere al massimo, se serve e se il programma di giornata lo richiede. Ogni tanto il tester rientra ai box per fare il punto della situazione spiegando ai meccanici e ingegneri le problematiche e quindi risolverle, come spiegava poco tempo fa Lorenzo – tester Aprilia – ai colleghi di InMoto: “Generalmente quando si scende in pista serve fare, magari, 10-12 giri mantenendo un certo tempo. In questo modo si riesce a valutare l’efficacia di una modifica. Ci sono però anche prove dove basta fare anche meno giri: si prova la modifica, poi si rientra e si riparte per una controprova e poi un’altra ancora.”

Inoltre spesso il team cambia volutamente qualche caratteristica sul prototipo per visionare il suo comportamento e trarre delle conclusioni. Si agisce sulla elettronica, quindi la centralina e i vari sensori; sul telaio, modificando le geometrie del canotto di sterzo, forcellone posteriore e attacco pivot (punto di congiunzione tra il telaio e il forcellone della moto). “Diciamo che non c’è uno schema preciso da seguire – continua Savadori - ma dipende da quello che stai provando ed anche in base alle richieste dei responsabili delle varie aree della moto. Io ho di fatto una moto-laboratorio dove montiamo e proviamo le soluzioni che verranno usate subito in gara. Ma non solo, si testano anche particolari che possono riguardare quello che potrà essere il progetto per il prossimo anno.”

Il collaudatore e il rapporto con i piloti MotoGP

Come in una squadra di lavoro ben rodata anche tra i tester e i protagonisti della MotoGP ci deve essere dialogo. “Con loro il rapporto è ottimo – dice Lorenzo riferendosi a Aleix Espargaro e Maverick Vinales. Spesso ci confrontiamo su come va la moto, su quali sensazioni dà. Anche se, ovviamente, sono differenti. Ma comunque ci interfacciamo e facciamo spesso dei confronti”.

L’ultimo step del lavoro di un collaudatore è quando consegna le singole modifiche o la moto ai piloti ufficiali: “Sicuramente quello che dà più soddisfazione è il momento in cui posso dire “ora ci siamo, il materiale è pronto e si può andare in gara”. Questo è il momento dove la palla passa ai piloti ufficiali e da cui arriva poi il riscontro effettivo riguardo la moto.

Per concludere il lavoro di questi piloti è fondamentale per far si che quelli ufficiali possano performare in gara e ottenere risultati.

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