MotoVip, Makkox: “Vi racconto il mio rapporto con le moto”

MotoVip, Makkox: “Vi racconto il mio rapporto con le moto”

Il disegnatore si racconta: "Le due ruote sono per me improvvisazione e originalità, le virtù che hanno accompagnato la mia vita"

Presente in

30.03.2022 ( Aggiornata il 30.03.2022 20:14 )

Nato a Formia nel 1965, Marco D’Ambrosio in arte Makkox è un disegnatore di fumetti e cartoni animati nonché scrittore televisivo. Artista poliedrico, Makkox ha lavorato come autore per il programma di satira politica “Gazebo” su Rai3 e oggi è coinvolto nella trasmissione Propaganda Live, per la quale ha prodotto lavori come designer di cartoni animati; ma collabora anche con L’Espresso, Il Foglio e Il Post.

Le abilità satiriche ma anche interpretative in ambito politico e non soltanto hanno reso Makkox un artista a tutto tondo, un esploratore, come del resto ama definirsi anche in sella alla moto. Una passione, quella su due ruote, che ha in comune tanti fattori con il mondo delle animazioni e del fumetto, come l’improvvisazione o l’originalità, che sia nell’affrontare una curva piuttosto che un foglio bianco con la matita in mano. Un attaccamento alla moto, romantico e istintivo, nato quando era bambino, e che negli anni l’ha accompagnato in ogni fase della vita. Chissà che un domani, la vita professionale e l’amore per la moto non possano incontrarsi.

MotoVip: Fabrizio Donato, dall'atletica alla pista

Una passione nata da bambino


Com’è nata la tua passione per le moto e i motori?

“Da piccolo, in campagna. Il fratello maggiore di un mio compagno di giochi aveva diverse moto e motorini. Io e questo mio amico andavamo a prendere il latte alla stalla su un vecchio Motobecane 125 che il fratello gli lasciava usare. Avevamo otto-nove anni. Un altro po’ e neanche arrivavamo con i piedi a terra. Sfrecciavamo per le stradine di campagna come due matti. Matti soprattutto al ritorno, io con il bottiglione di latte sottobraccio. Non so come siamo usciti vivi da quei giorni. Da quelle scorribande assolutamente fuorilegge (ma la campagna ha leggi tutte sue, ndr) è nata la passione”.

Quali moto hai adesso nel tuo garage?

“Ho preso la patente per l’auto molto tardi rispetto ai miei coetanei, perché preferivo girare in moto. Delle moto che ho avuto in passato non ne ho più nessuna. Negli ultimi anni m’è presa una fissazione: ho iniziato ad acquistare Endurone anni ‘80, la mia immortale passione. Quindi ho due Honda xl600r, una Honda XRV 650, una Yamaha Ténéré 600, una Morini Kanguro 350”.

Quale moto ti assomiglia di più?

“La Honda xl600r. Essenziale, ‘ignorante’, leggera e con la giusta potenza. Mi piace anche che abbia l’avviamento a pedale così rognoso. Quando un amico mi chiede di farci un giro, rispondo: se la fai partire vai pure...”.

Segui le corse?

“Non seguo le corse. Certo, conosco i nomi dei piloti più noti, ma li conosco come tutti, non da impallinato. Per me la moto è una faccenda personale, ludica, filosofica, come il surf, non agonistica”.

Nella tua vita professionale hai cercato di portare questa passione nel mondo dei fumetti?

“Ho disegnato molto spesso le moto nei miei fumetti. Ma non ho mai disegnato un fumetto in cui il soggetto fossero le moto. Eppure dovrei. Ho cose da raccontare. Sfumature, sensazioni”.

Come vivi il rapporto con la moto nel quotidiano?

“Due anni di pandemia mi hanno appiedato nelle abitudini. Prima la usavo quotidianamente, per andare in giro più che per viaggiare. L’estate la uso molto di più. Passo le vacanze dalle mie parti, il Golfo di Gaeta e zone limitrofe. Luoghi molto spettacolari e divertenti da girare in moto. Mare e monti”.

Analogie tra moto e fumetti


Quale fase della guida in moto ti affascina di più?

“Mi verrebbe da dire quella in cui le ruote girano. A me piace percorrere le strade tutte curve. Sia quelle di montagna in mezzo ai boschi che quelle a picco sul mare poco prima del tramonto. Immagino di non essere molto originale”.

Che analogia puoi trovare tra l’approccio alla moto e l’approccio da fumettista?

“L’improvvisazione. La moto è tanta improvvisazione. Nel traffico soprattutto. Ecco, io disegno un po’ così, freestyle, senza avere prima un progetto. Non so se sia una cosa buona. Ma diversamente non mi diverto”.

C’è un sogno o un obiettivo particolare legato alle moto che ancora non hai realizzato?

 “Ci ho riflettuto e posso dire di no, nessun ulteriore obiettivo. Sono stato fortunato”.

Il percorso che hai intrapreso ti porta spesso a “viaggiare” con i tuoi pensieri. La moto è un altro strumento che ti porta a viaggiare, in un modo diverso, ma con la stessa passione e curiosità?

“Di sicuro la moto, per me, asseconda più un’indole da esploratore che da viaggiatore. Anzi, da nomade erratico. Quando partivamo in tre o quattro moto con gli amici, non era mai una cosa ben organizzata, era più un ‘perché non arriviamo fino a quel luogo mai frequentato?’. Una fuga da una giornata che si preannunciava noiosa. Spesso partivamo all’impronta, senza preparazione. Certo, si era ragazzi, ci si lanciava alla cieca in parecchie esperienze. Quello spirito lì, comunque, è rimasto il mio senso di ‘moto’, che un po’ ha modellato nel bene e nel male la mia vita”.

L'intervista ad Andrea Scanzi: "Rossi fenomeno unico, Simoncelli come Gilles"

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi