Pirelli conquista Daytona: ecco i segreti del trionfo alla 200 Miglia

Pirelli conquista Daytona: ecco i segreti del trionfo alla 200 Miglia© Brian J. Nelson

Il marchio italiano di pneumatici ha monopolizzato il podio della prestigiosa corsa americana. Ma da cosa è derivata questa competitività? L'abbiamo chiesto al direttore sportivo Giorgio Barbier

15.03.2022 ( Aggiornata il 15.03.2022 18:31 )

L'edizione 2022 della 200 Miglia di Daytona è andata in archivio con il secondo trionfo consecutivo per Brandon Paasch, che in sella alla Triumph 765 del TOBC Racing è riuscito a vincere in volata su Cameron Petersen e Sheridan Morais. I primi tre, racchiusi in appena 57 millesimi, erano tutti equipaggiati con gomme Pirelli, che ha così monopolizzato il podio della prestigiosa corsa sul circuito della Florida.

Un risultato che diventa ancora più straordinario leggendo la classifica completa, visto che tra i primi otto classificati ben sei erano piloti Pirelli e, soprattutto, le gomme della Casa italiana erano montate su oltre mezza griglia nonostante il monogomma Dunlop vigente in tutti gli altri round del MotoAmerica ormai da anni.

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Giorgio Barbier: “Daytona è unica e davvero esigente con le gomme”


Il direttore sportivo di Pirelli, Giorgio Barbier, ci ha raccontato i retroscena di questo trionfo, evidenziando le particolarità del tracciato americano: “Siamo riusciti ad inserirci in un mondo, quello del MotoAmerica, ormai focalizzato da anni sul monogomma Dunlop. Fino al 2021 Daytona era organizzato da un ente diverso rispetto al campionato nazionale, ma anche quest'anno che è entrato a far parte del calendario abbiamo avuto tanti piloti gommati Pirelli. E' stata la dimostrazione che la presenza di più costruttori stimola la competizione rendendola più avvincente”.

Daytona è una pista unica nel suo genere ed è davvero molto esigente con le gomme”, prosegue Barbier. “Nella sezione del banking, sul posteriore ci sono carichi elevatissimi, ma nella parte interna e guidata c'è poco grip ed è come se fossero due circuiti diversi. Per quanto riguarda l'anteriore c'erano diverse opzioni in grado di essere competitive, come dimostra il fatto che i tre piloti a podio avessero tre mescole differenti. La gomma posteriore, invece, è una bimescola con una carcassa SC2 più dura nel lato più sollecitato dalle curve sopraelevate ed una SC0 dall'altra parte. Anni fa, anche a Monza veniva utilizzata una gomma bimescola nel mondiale”.

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“Paasch ha sfruttato le Pirelli in maniera perfetta”


Con la sua vittoria, Paasch ha dimostrato la bontà del progetto Pirelli in maniera duplice: “Brandon non ha soltanto vinto mostrando la competitività delle nostre gomme, ma anche e soprattutto la loro durata ad alto livello, visto che ha utilizzato gli stessi pneumatici per ben 33 giri di gara. Lui conosceva già bene le Pirelli e la Triumph visto che ci ha corso nel British Superbike lo scorso anno ed è riuscito a sfruttarle in maniera perfetta. Pensando al futuro, proprio il BSB può essere un importante territorio per il nostro sviluppo e per alcuni esperimenti, come potrebbe essere quello di un King of the Baggers britannico”.

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