L'intervista ad Andrea Scanzi: “Rossi fenomeno unico. Simoncelli come Gilles”

L'intervista ad Andrea Scanzi: “Rossi fenomeno unico. Simoncelli come Gilles”

Il noto giornalista ci ha raccontato la sua passione per le moto e il suo punto di vista sulla MotoGP. Ecco la nostra intervista esclusiva

30.01.2022 ( Aggiornata il 30.01.2022 17:22 )

Rossi e il decimo titolo sfiorato nel 2015


Cosa pensi dei tempi del suo ritiro?

“Qualcuno può dire che si è ritirato tardi ma questa è una critica che io ho sempre rispedito al mittente perché bisogna starci dentro alla vita dei campioni per comprendere fino in fondo. Non è facile rinunciare all’adrenalina, penso a Totti, a Ibrahimovic, queste sono persone alle quali se stacchi la spina si sentono in solitudine, soltanto loro rispondono della loro vita. Massimo rispetto e stima per loro, sono delle leggende. Le volte in cui ho parlato con Rossi mi sono sempre divertito tantissimo, era proprio divertente, nel senso migliore dell’accezione. Tutte queste cose non si possono ritrovare in altri campioni. Forse potrà nascere qualcuno forte quanto lui, Marquez è stato forte quanto Valentino ma non potrà essere come lui, che aveva tutto, era un fenomeno e anche un carismatico. Meccanismi del genere capitano una volta ogni 50 anni nello sport. Pensiamo anche al tennis, dopo Panatta abbiamo dovuto aspettare altri 40 anni. Non penso che per il Motomondiale dovrà essere uguale, però per avere un altro Rossi dovremo aspettare un po’”.

Inoltre c’è quel decimo titolo più volte sfiorato che nella testa di un campione può trasformarsi in ossessione.

“Rossi è stato anche sfortunato, al di là degli ultimissimi anni in cui non ha vinto anche per colpa della moto: se avesse conquistato il decimo Mondiale, che meritava, senza il biscotto Marquez-Lorenzo nel 2015, racconteremmo una storia diversa. Non ha vinto per i motivi che conosciamo, perciò non gli si può imputare nulla”.

Che idea ti sei fatto di quel finale di stagione, nel 2015?

“Nel 2015 mi è dispiaciuto tanto, ho avuto la sensazione di un Rossi che sicuramente ha sbagliato qualche gara, perché senza due-tre errori avrebbe vinto, ma il comportamento di Marquez, seppur lecito, è stato eticamente discutibile, ha fatto gioco di squadra con Lorenzo unicamente per fare un dispetto a Rossi. Questo non è illegale da un punto di vista giuridico ma è sportivamente deprecabile, per usare un eufemismo. Si può anche dire che nella conferenza stampa di Sepang Rossi abbia rosicato troppo ma è facile parlare da fuori, bisognerebbe mettersi nei suoi panni. Lui sapeva che era l’ultimo treno, lo sapeva, è mancata la ciliegina di una torta comunque epocale. Non sono tra coloro che per questo motivo odiano Marquez, e anzi chi ha esultato per il suo infortunio deve vergognarsi, Marquez è un fenomeno. Ma nel 2015 è stato sportivamente indifendibile”.

Da esperto di tennis quale sei, che analogie trovi tra il periodo dei Fantastici 4 del Motomondiale e i big three del tennis, Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic?

“Si possono trovare analogie ma relativamente, in termini di campioni si può fare un paragone tra Rossi e Federer perché sono due fenomeni, però non si possono comparare a livello mediatico. Federer è sempre stato la perfezione, l’eccellenza, la bellezza allo stato puro, e in questo senso si può dire lo stesso di Valentino. Rossi però era anche personaggio, mentre Federer meno, lo svizzero ha sicuramente un grande garbo, ma non incendia le folle come Valentino, che è stato straordinario soprattutto a inizio carriera anche a cavalcare la notizia, anche nei confronti degli avversari, al punto da irriderli, penso a Biaggi o Gibernau. Federer al contrario si è sempre vantato di stimare gli avversari a partire da Nadal. Nel tennis è mancato uno scontro di inimicizie, cosa che nel Motomondiale è avvenuta, perché era evidente che Lorenzo non stimasse Rossi e viceversa. Mentre nel tennis c’è sempre stata la ‘sindrome del presepe’. Nadal che stima Djokovic e così via, questo è bello a livello etico ma un po’ noioso sul piano giornalistico. In più, i fenomeni del tennis, Federer, Nadal e Djokovic, e aggiungo anche Murray, sono stati fenomeni assoluti, mentre mettere sullo stesso piano Pedrosa, o Lorenzo, e Rossi, proprio non ci riesco. Se avessimo avuto Marquez e Rossi a parità di età e altri due su un livello più basso avrei trovato più analogie. Nelle moto abbiamo avuto Rossi, un fenomeno enorme, e poi gli altri”.

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