Processo Romboni: chiesto il rinvio a giudizio

Processo Romboni: chiesto il rinvio a giudizio

“Per me l’importante è dimostrare che Doriano non ha sbagliato niente”, ci confida la moglie Sara. “Romboni è morto perché nel punto dove è caduto non c’era sufficiente spazio”,  ci dice l’avvocato della famiglia Romboni. Copioli: “Vogliamo fare chiarezza”

15.12.2020 19:07

Oggi il processo che punta a scoprire se ci sono state responsabilità nella morte del pilota di Ceparana ha fatto un altro passo avanti: il Tribunale di Latina ha infatti rinviato a giudizio l'amministratore delegato del circuito di Latina, Sandra Temporini, e il coordinatore del Comitato Impianti della Federmoto Adamo Leonzio.

L’udienza si svolgerà il 15 aprile del 2021 al Tribunale di Latina.

“Sarebbe stato rinviato a giudizio anche Gennaro Caccavale, la persona che la Federazione Motociclistica ha indicato come responsabile di aver preso le misure del circuito, ma per un caso di omonimia – a mio parere per ostruzionismo da parte della Federazione – le notifiche erano state effettuate ad un'altra persona. Ora però il procedimento è avviato anche nei suoi confronti”, ci dice l’avvocato Caterina Caterino, del Foro di Bologna, legale della famiglia Romboni.

Sara Romboni: "Doriano non ha sbagliato"


“Alla fine i reati penali probabilmente andranno in prescrizione, ma quello che importa è che oggi il caso non è stato archiviato”, è lo sfogo di Sara Romboni, che raggiungiamo telefonicamente.

“E’ molto importante quello che è successo oggi. Tanto, che mi sento frastornata. Quello che mi interessa è dimostrare che Doriano aveva ragione, che non è morto per un suo errore. Certo questo non lo restituirà a me e alle nostre figlie, ma è importante per la sua memoria”, continua Sara, che in questi 7 anni ha cresciuto da sola le due bimbe avute da Romboni, con lui nella foto d’apertura che riprendiamo dal profilo di Sara.

“Carolina compirà 12 anni a gennaio, Margherita ne ha 10… quando è morto il papà aveva solo 3 anni…” ci dice Sara.

“Vedo che passa il tempo ma l’amore per Doriano no… io non ho la possibilità di fare ‘rumore’, ma nella mia semplice pagina Facebook vedo che dopo 7 anni il suo ricordo è sempre vivo. Quando sei un familiare, è facile dirti che sei di parte. Invece questo rinvio a giudizio conferma che avevo ragione a chiedere giustizia. E’ vero che il processo si deve ancora fare, ma è buon punto di partenza”.

Sara Romboni: "Doriano non ha sbagliato"


Come mai sono passati sette anni?

“All’inizio sono incappata in due avvocati che non mi hanno aiutato. Poi ho incontrato Caterina, e da cinque anni stiamo tribolando insieme. Lei sta facendo davvero tanto”, ci dice Sara.

“Stavano per archiviare tutto senza fare alcun riscontro”, è la risposta dell’avvocato Caterino. “Noi abbiamo fatto opposizione , il giudice per le indagini preliminari ha richiesto ulteriori accertamenti e finalmente il Pubblico Ministero si è deciso a chiedere il rinvio a giudizio. Nel frattempo non sto a dirle quante volte siamo dovuti andare al Tribunale di Latina..."

L'avvocato: i motivi del rinvio a giudizio


Quali sono le motivazioni del rinvio a giudizio?

“Principalmente due”, ci spiega il legale di Sara. “E’ stata rilasciata un’omologa per quel circuito su piantine che non corrispondevano alla realtà dei fatti. Il problema focale è che l’omologa a quel circuito è stata data per quel tipo di gare, ma con le misure reali il circuito non poteva essere omologato per quella tipologia. Tant’è che dopo per poter ottenere l’omologa hanno dovuto modificare il circuito.

“Il secondo motivo è che in pista non c’erano misure idonee di sicurezza in un punto in cui c’era un’alta pericolosità. Perché Romboni è morto? Perché è uscito di pista in una curva dove non c’era sufficiente spazio, quindi se la pista fosse stata più larga non avrebbe invaso la corsia dei piloti che venivano nell’altro senso e non sarebbe stato investito.

“Se guardate il video della morte di Romboni, il suo corpo è fuori dall’aiuola di meno di un metro. Ma in quella via di fuga, secondo l’omologa, avrebbero dovuto esserci quattro metri di via di fuga in più”.

Federmoto: "Facciamo chiarezza"


“Prendiamo atto della decisione del Giudice per le indagini preliminari”, è il commento del Presidente di Federmoto Giovanni Copioli.

“Seguiamo con massima attenzione l’evolversi di questa dolorosa vicenda. Abbiamo la massima fiducia nell’operato della Magistratura. Come Federazione Motociclistica Italiana, abbiamo sempre dimostrato la massima disponibilità e collaborazione con le Autorità competenti per fare chiarezza su questa tragica vicenda”, conclude il Presidente Copioli.

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