GP Italia, Dovizioso "la vittoria nel 2017 uno dei giorni più belli della mia vita"

GP Italia, Dovizioso "la vittoria nel 2017 uno dei giorni più belli della mia vita"© Luca Gorini

Dovi ha parlato dopo la sua nomina a MotoGP Legend, dalla gara alle porte, alla sicurezza e del ruolo di Team Manager che gli piacerebbe avere ma non ora

08.06.2023 ( Aggiornata il 08.06.2023 18:45 )

È appena terminata la conferenza in cui Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna ha nominato Andrea Dovizioso una MotoGP Legend. Il Dovi aveva deciso di ritirarsi dopo la gara di Misano dello scorso altermine di una metà stagione complicata con il WithU Yamaha RNF MotoGP Team. Da quell'ultima gara sono cambiate un po' di cose nella vita del "Dovi", lasciata alle spalle la carriera da pilota è tornato a divertirsi con il cross ma soprattutto una nuova carriera imprenditoriale. Da dicembre 2022 infatti Dovizioso ha ottenuto in gestione la pista di Monte Corallo a Faenza per i prossimi 20 anni. Da oggi però entra a far parte del prestigioso club delle MotoGP Legend, titolo che "ha sorpreso" lo stesso Dovizioso.

Il tuo ultimo giorno da pilota a Misano, quando ti sei ritirato, Bagnaia ti ha ringraziato pubblicamente per avere portato la Ducati a diventare così competitiva. Nonostante tutto ti sorprendi di essere una leggenda.

Questo fa parte al carattere non lo cambi. Ci sono piloti e personaggi, come Pecco, consapevoli di certe cose. Mi ha fatto molto piacere ha solo dimostrato la sua maturità."

Che effetto ti fa venire qui dall’altra parte in pista, vivere il weekend più bello per un italiano per la prima volta non da pilota.

"È strabello tornare al Mugello anche se senza correre, è una cosa veramente incredibile. Avendo vissuto gli anni da pilota ci sono davvero tanti aspetti in cui un pilota godeva in questo weekend. Li vedi con un occhio diverso ma sai quali sono. Lo trovo bello e affascinante come impianto, come circuito, dove siamo è bellissimo."

Tanti piloti per la vittoria

Dovi ha trovato tempo anche di parlare della più stretta attualità. Facendo il proprio pronostico per il weekend del GP d'Italia al Mugello.

"Non lo so, la MotoGP oggi dipende come si innescano diverse cose. La qualifica può condizionare tutto il weekend prechè la posizione in griglia fa la differenza. Qui in realtà la partenza ti dà la possibilità di guadagnare delle posizioni a differenza di altre piste quindi comunque indipendentemente posizione possono ancora cambiare della cose. Le Ducati chiaramente tutte in forma perché qui la moto andrà forte ed hanno fatto anche un test e questo aiuta. Anche se i piloti sono un po’ acciaccati poi sulla moto non sentiranno problemi e potranno dire veramente la loro. Le KTM prevedere cosa possono fare è molto complicato, anche se hanno fatto uno step. I piloti Aprilia credo saranno tutti veloci, Maverck forse potrebbe fare qualcosa in più in questo weekend perché è una delle sue piste preferite. Vediamo Fabio, lui ci proverà ma non so che carte avrà da giocare per stare la davanti. Poi c’è Marquez, anche se questa non è tra le sue piste preferite ci proverà ma non credo sarà per la vittoria."

Vittoria al Mugello che Dovi conosce bene. Infatti prorpio qui nel 2017 salì sul gradino più alto del podio. Cosa ti ricordi di quella vittoria qui nel 2017?

"Mi ricordo che una notte ha vomitato, stato male e non ho fatto il warmup. Non volevo neanche correre perché il Mugello è una delle piste più faticose. Quindi l'ho proprio presa come parto e vediamo. È stato tutto perfetto, non mi sono sbloccato da quella gara li ma quasi. Sai quando vinci in una pista dove tutti gli italiani vogliono vincere. Hai zero aspettative e vinci, il podio è stato uno dei momenti più belli la mia vita. Quello che ti dà questo podio, soprattutto in quegli anni dove c’era veramente tanta gente, era gialla perché tifava Valentino, ma alla fine li sotto tifava me."

Un futuro chiaro in testa

Ti dessero tre buste alla Mike Bongiorno: una con un ruolo nella race direction, una in un team e una come coach, quale sceglieresti?

"In questo momento nessuna delle tre altrimenti l’avrei già fatto. È un momento di transizione per me, a parte che ho già deciso di impegnarmi nel mio progetto ed è un progetto molto grosso e non è una cosa a cui posso dedicare qualche giorno e poi fare altro. Diciamo che se prendi un ruolo nella MotoGP ti riempie l’anno e va fatto bene. Dovessi scegliere dipende però da tante cose, dall’azienda, dal marchio… Dei tre forse sceglierei il Team Manager ma non lo farei in questo momento."

Ezpeleta ha detto che sei un grande pilota ma ancor di più un grande uomo. A sentire questa cosa vince il cavallo bianco della razionalità che pensa “che figata, che complimento” o vince il cavallo nero del pilota che dice “meglio essere un grande pilota”?

"Sinceramente quello che ha detto non è retorica. A parte che questa cosa qui me l’aveva già detta di persona quindi non è di facciata. Sentire queste parole da Carmelo per il ruolo che ha per me è molto importante. Perché voi le riunioni della Safety Commision non li vedete purtroppo per voi, succedono tante cose, si parla e vengono fuori i caratteri delle persone. Lui ha avuto a che fare con tantissimi piloti in questi anni e sentire queste parole fa piacere."

Mentre guardando indietro

Sei tra i piloti che più ha lottato perchè migliorasse la sicurezza attiva e passiva in pista. Anche Carmelo Ezpeleta lo ha riconosciuto e ti ha ringraziato. Cosa pensi si possa fare per migliorare?

"Non c’è mai un limite ai miglioramenti, si può sempre fare di più. Sulla sicurezza per me si è fatto tanto, tantissimo. Però le moto vanno sempre più forte, bisognerebbe pensare ad altre cose. Il lavoro fatto sulla sicurezza delle gare della MotoGP non si vede se non lo vai a vedere nel dettaglio. Di base negli anni sono aumentate tante cose che loro fanno a tutte le gare che non erano obbligati a fare e quindi va vista come una bella cosa di questo campionato."

Adesso che è passato qualche mese, ti guardi indietro e cosa provi? Soddisfazione o magari rammarico.

"Allora, c’è cha tanta soddisfazione perché se uno va a guardare, e da fuori non si sanno tanti dettagli è normale, ma se uno va a guardare è la mia carriera: non sono stato il pilota più forte che dici arriva domina e vince. Ho invece preso un fracasso di batoste per il gli avversari che ho avuto in tutta la mia carriera e sono riuscito a non affondare e addirittura a crearmi una situazioni in cui mi sono giocato il mondiale per tre anni. Quando guardo la mia carriera è questo aspetto quello che mi soddisfa di più. A parte le lotto e le vittorie che sono bellissimi ricordi, è quella cosa che ha fatto la differenza nella mia carriera. Riuscire a restare vent’anni a questo livello con questi avversari e prendendo paga per anni può essere devastante. Lavorando però ho sempre avuto attorno a me professionisti e persone che mi hanno aiutato tanto a lavorare su questi aspetti e questo è il frutto di quel lavoro."

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi