MotoGP, Joan Mir out (anche) in Indonesia: peggio di così...

MotoGP, Joan Mir out (anche) in Indonesia: peggio di così...© Luca Gorini

Il campione del mondo 2020 ha chiuso il GP di Mandalika con l'ennesimo ritiro di una stagione con Honda estremamente complicata. Ma ora, si può solo risalire

16.10.2023 ( Aggiornata il 16.10.2023 10:40 )

Peggio di così, è impossibile. Senza contare i tre appuntamenti saltati per infortunio, quest'anno Joan Mir ha concluso soltanto tre gare domenicali su dodici disputate, chiudendo lo scorso Gran Premio dell'Indonesia sul tracciato di Mandalika con un'altra caduta e con il quinto posto al GP dell'India come unico momento positivo di un 2023 davvero da dimenticare per il forte pilota spagnolo, campione del mondo 2020.

Classifica piloti aggiornata

Il traumatico passaggio da Suzuki a Honda


Fino allo scorso anno, Mir ha guidato la Suzuki GSX-RR, ovvero la moto più versatile e “docile” tra quelle presenti in MotoGP. Con il ritiro da parte della Casa di Hamamatsu, si è accasato in HRC salendo sulla Honda RC213V ufficiale per quella che, almeno sulla carta, sarebbe dovuta essere una grande chance per tornare ad occupare le posizioni di vertice.

Tuttavia, complice anche una moto davvero poco competitiva e difficile da guidare (come dimostrato dallo stesso Marquez), Joan si è ritrovato in grande difficoltà. Tra Sprint e gare lunghe, in 24 partenze lo spagnolo ha visto la bandiera a scacchi in meno della metà delle occasioni, accumulando appena 20 punti in classifica. Davvero troppo poco per un campione del mondo, ma possiamo guardare il lato positivo: peggio di così non si può andare e un pilota dotato del suo talento, da qui può soltanto risalire. Se non entro fine stagione, almeno nel 2024.

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Mir: “Risultato disastroso, ma ho mostrato del potenziale”


Chiaramente, essendo caduto, il risultato finale non può che essere disastroso, ma in gara abbiamo mostrato un buon potenziale”, ha detto Joan Mir, parlando del suo GP dell'Indonesia. “Sono partito bene, pur perdendo un po' di tempo con Morbidelli, e ho recuperato diverse posizioni fino a portarmi nel gruppo di Miller in piena lotta per la Top 10, almeno fino al momento della caduta”.

Prima di concludere la gara, i miei tempi erano ottimi e soltanto Martin in quel momento stava girando più forte di me. Credo che ci si debba concentrare su questo, al di là del risultato finale, ma ora andiamo a Phillip Island, che è una pista che adoro e mi auguro di poter proseguire sulla stessa strada anche lì”, conclude il numero 36, provando a guarda il proverbiale bicchiere mezzo pieno.

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