GP Indonesia, Jorge Martin: l'errore più grande nel momento meno indicato

Nella lotta e nella conquista del titolo iridato intervengono fattori decisamente eterogenei tra di loro, che tuttavia giocano un ruolo ugualmente valido e con un peso specifico che alla fine dei conti può rivelarsi decisivo. La caduta di Jorge Martin durante la gara di Mandalika, una corsa dominata in modo tanto inesorabile quanto preoccupante per Bagnaia&co, rappresenta in tal senso un fattore che alla lunga potrebbe avere un ruolo nella bagarre finale per la corona iridata. Una sbavatura grossolana, soprattutto in virtù della relativa tranquillità con la quale il pilota di Madrid stava gestendo, una ricaduta in alcune errate dinamiche del recente passato che potrebbero avere come effetto quello di far subire allo spagnolo un contraccolpo in termini prestazionali; anche se, d'altrocanto, proprio questa dinamica potrebbe essere l'occasione per capire definitivamente la maturazione di un pilota che dal punto di vista della velocità pura in questo momento non sembra avere rivali.

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Jorge Martin ed il gioco verbale: "Noi siamo più forti"

Nelle ultime otto uscite stagionali sparse tra Sprint e gare lunghe, l'alfiere del team Prima Pramac ha chiaramente e senza alcun tipo di indugio, preso le redini della MotoGP, mettendo in atto un'esplosione dal punto di vista tecnico e mentale, molto simile a quella compiuta a suo tempo da Bagnaia, che nella seconda parte della stagione 2021 prevalicò sotto ogni aspetto sul resto della griglia. Le statistiche parlano a favore del campione del mondo Moto3 2018, capace di vincere per ben sei volte negli ultimi quattro GP (due volte in gara lunga e quattro nella Sprint).

Una routine vincente interrotasi con una scivolata che tuttavia non sembra aver scalfito la convinzione dello spagnolo, che è consapevole di quanto sia importante non vacillare rispetto al magico momento di forma in cui si trova: "Bagnaia è stato fantastico a rimontare ma penso che noi siamo più forti al momento". Non è secondario analizzare il tipo di comunicazione che Martin ha iniziato a portare avanti a partire dal GP appena andato in archivio; basato su un'intimidazione (sempre sportiva e corretta s'intende) che non perde tempo di sottolineare la propria posizione di vantaggio.  

Il tipo di caduta ed i potenziali effetti

La scivolata di Mandalika riporta Martin con i piedi per terra, ricordandogli una tendenza a commettere alcuni tipi di errori che non si vedeva più da inizio stagione. Quando lo spagnolo è in fuga in solitaria, fatica a gestire la propria velocità e competitività, incappando, come questa volta, in errori evitabili e pesanti. Lo spagnolo, come detto, detiene la maggior dose di velocità pura ma allo stesso continua a patire quando si tratta di mettere in campo una certa costanza di rendimento a scapito, magari, di una dimostrazione eccessiva di forza.

Ai microfoni di Sky Sport Martin ha ammesso la rilevanza dell'errore, pur mantenendo un atteggiamento calmo e concentrato: "Sono arrivato lungo in curva 10 e sono caduto, in più ho preso la parte sporca della traiettoria, è andata così. Mi dispiace molto per la caduta, è stato un errore grande anche in virtù del fatto che ero in testa con tre secondi di vantaggio sul secondo. Però sono contento per la velocità avuta in gara, ero il più veloce oggi, cosi come lo ero ieri, dobbiamo continuare ad avere questa mentalità per vincere". La stagione è appena entrata nella sua fase più calda, Martin e Bagnaia continuano a dividersi tanto gli errori quanto le vittorie, e se da un lato il campione di Chivasso ha già dimostrato di riuscire a risollevarsi dopo un errore del genere, per lo spagnolo il prossimo GP di Philipp Island sarà il primo vero test sotto questo punto di vista.

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