Yamaha al Sachsenring: dal Paradiso all’Inferno in 365 giorni

Yamaha al Sachsenring: dal Paradiso all’Inferno in 365 giorni© Luca Gorini

Un anno senza vittorie per la casa giapponese, che deve fare i conti con il divario in classifica tra Quartararo e il Bagnaia 

19.06.2023 18:32

La casa giapponese è a secco di vittorie esattamente da un anno quando Fabio Quartararo vinse il GP di Germania 2022 sfruttando la caduta di Pecco Bagnaia allungando a +91 in classifica. Un anno dopo i numeri dicono che Fabio dista 103 lunghezze dal Campione del Mondo 2022

Questa Yamaha è un Inferno

Quando Dante Alighieri scrisse la Divina Commedia immaginò il suo viaggio di tre giorni dalle porte dell’Inferno al Paradiso dove ad attenderlo trovò Beatrice. Ma il viaggio che ha intrapreso Fabio Quartararo è destinato a portarlo dal Paradiso in cui si trovava esattamente 365 giorni fa, alle Bolge dell’Inferno. Il pilota Yamaha conquistava il 19 giugno 2022 la vittoria nel GP di Germania portandosi a 91 punti di vantaggio su Pecco Bagnaia, finito a terra nel corso del secondo giro di gara. Prima della sosta estiva il mondiale 2022 sembrava avere già trovato il suo campione. Nessuno avrebbe immaginato, in quel caldo pomeriggio tedesco, che a distanza di 365 giorni quella restasse l’ultima vittoria di Quartararo (e con lui della Yamaha). Negli ultimi 17 GP corsi, Yamaha è riuscita a salire sul podio in sole 3 occasioni: Austria e Malesia 2022 e al GP di Austin a inizio stagione 2023. Troppo poco per una casa che nelle ultime 20 stagioni di MotoGP ha conquistato ben otto titoli piloti e 117 vittorie.

Un problema che arriva da lontano

La competitività della M1 è discussa da diverso tempo, già nel 2020 abbiamo visto Franco Morbidelli duellare con Joan Mir per il titolo mondiale in sella ad una “vecchia” Yamaha clienti. L’anno successivo è arrivato il titolo di Fabio Quartararo che con cinque vittorie ha avuto la meglio su Pecco Bagnaia, mascherando i problemi che la moto stava portando con sé almeno dalla stagione 2017.

Lo stesso Quartararo al termine della sprint tedesca si è sentito smarrito: “Sembrano passati 10 anni dalla vittoria dell’anno scorso.” Il futuro che non sembra roseo perché tutto ciò che di nuovo la casa dei tre diapason ha portato negli ultimi anni non ha mai fatto fare passi avanti alla M1. “Sono scettico sul futuro dato che sono anni che ci aspettiamo novità importanti che non arrivano. Spero che possa nascere una buona moto per il 2024, ma fatico ad essere fiducioso al momento.” Sembra che in Yamaha abbiano da tempo perso la bussola dello sviluppo e che il talento dei suoi piloti abbia per anni coperto i limiti della M1. Per competere con Ducati oggi però non basta più bello e lo dimostra anche il caso di Marc Marquez con Honda.

I precedenti poco incoraggianti

Non è la prima volta che Yamaha si trova in questa situazione: era successo sole altre in altre due occasioni nell'ultimo ventennio che la casa giapponese chiudesse un anno solare senza una vittoria in MotoGP. Per la prima bisogna tornare agli albori della classe regina quando Max Biaggi conquistò la vittoria nel GP della Malesia il 13 ottobre 2002. Per tornare alla vittoria la casa giapponese dovette attendere ben 17 GP, fino al GP di Welkom 2004 con Valentino Rossi che riportò alla vittoria la M1 dopo 553 giorni. La seconda è molto più recente e vede ancora il Dottore protagonista, con la sua ultima vittoria ad Assen il 25 giugno 2017. In questo caso il digiuno di Yamaha durò 27 Gran Premi venendo interrotto il 28 ottobre 2018 da Maverick Vinales che vinse a Phillip Island esattamente 490 giorni dopo il successo di Valentino.

Fabio Quartararo e Franco Morbidelli sono chiamati dunque a cercare di interrompere questa striscia negativa prima di entrare nella storia dalla porta sbagliata.

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