Moto3, Leopard attacca: “KTM ha sviluppato la moto violando il regolamento”

Moto3, Leopard attacca: “KTM ha sviluppato la moto violando il regolamento”

Il team Honda accusa i rivali di aver portato in pista una moto diversa da quella del 2021, non rispettando il periodo di congelamento tecnico 

20.08.2022 ( Aggiornata il 20.08.2022 10:42 )

Leopard alza la voce. Nel sabato mattina di Spielberg infatti il team più volte campione di categoria ha deciso di dire la sua in merito alla situazione regolamentare della Moto3, attaccando senza mezzi termini sia KTM che - soprattutto - il direttore tecnico Danny Aldridge e la FIM, nuovamente al centro di una polemica dopo le strane decisioni in merito a penalità ed abbassatore anteriore Ducati.
 
Leopard dal canto suo sottolinea come la casa rivale – e tutti i marchi al suo interno – non abbia rispetto il periodo di congelamento dello sviluppo, presentando in questa stagione aggiornamenti non previsti dal regolamento. Una situazione intricata, che certamente non regala credibilità al campionato.

Il comunicato integrale


Il 9 agosto 2022 Leopard Racing ha ricevuto le motivazioni della decisione finale della Corte d'Appello della MotoGP in merito alla protesta presentata da Leopard Racing il 29 maggio 2022. Le circostanze che hanno portato alla protesta sono riassunte di seguito.
 
Alla fine della stagione 2021, il 23 dicembre, un comunicato stampa della FIM ha annunciato che alcuni elementi delle moto Moto3, come il cablaggio completo e i suoi connettori, compresi quelli delle pulsantiere del manubrio, la pompa del carburante completa con il suo regolatore e l'intero sistema di alimentazione (fili elettrici, tubi e connessioni), erano diventati parti prestazionali con effetto immediato e di conseguenza non potevano essere modificati dai Team.
 
Questa decisione ci ha sorpreso perché le parti in questione erano esattamente quelle su cui, con l'approvazione del Direttore Tecnico della MotoGP, Danny Aldridge, avevamo lavorato per tutto il 2021 al fine di migliorare le prestazioni della nostra moto. Avevamo creato un cablaggio più leggero, una pulsantiera semplificata e dedicata che consentiva una migliore ergonomia dell'insieme moto-pilota, e una pompa del carburante e un regolatore di pressione più efficienti, nel rispetto del limite di pressione imposto dalle normative vigenti.
 
Per questo motivo, il giorno dopo aver ricevuto il comunicato stampa, abbiamo consultato il Direttore Tecnico chiedendo spiegazioni, in quanto per il nostro Team alterare queste modifiche avrebbe comportato non solo una perdita di prestazioni, ma anche un notevole esborso economico.
 
Il Direttore Tecnico ci ha risposto che le modifiche erano state richieste da KTM e che Honda aveva dato il suo consenso. Ha detto che non avevamo la possibilità di utilizzare le nostre parti sviluppate, poiché la decisione era stata presa nel 2021. Quindi, a partire dal 2022, i costruttori dovevano omologare i componenti originali del 2021 che corrispondevano ai codici inclusi nell'ultimo elenco di parti depositato nel 2021. Inoltre, Honda Racing Corporation ha ricevuto un diniego quando ha chiesto la possibilità di aggiornare le specifiche dei nuovi componenti ad alte prestazioni. Di conseguenza, abbiamo dovuto affrettarci ad acquistare i componenti originali Honda del 2021 e abbiamo investito notevoli risorse per ridurre la perdita di prestazioni dovuta al montaggio dei componenti originali del 2021.
 
Nel corso della stagione 2022, ci siamo resi conto che su tutte le moto KTM e su quelle degli altri marchi dello stesso gruppo industriale, tutte le nuove parti prestazionali (cablaggio, pompa del carburante e pulsantiere del manubrio) erano state aggiornate rispetto alle specifiche utilizzate nel 2021. In sintesi, i nostri rivali avevano aggiornato le parti prestazionali citate, mentre a noi era stato detto che era impossibile farlo. A causa di una così evidente violazione delle regole, e seguendo lo spirito della competizione, il team ha deciso che bisognava fare qualcosa.
 
Al Gran Premio di Jerez, abbiamo chiesto chiarimenti al Direttore Tecnico che, preso alla sprovvista ed evidentemente all'oscuro degli aggiornamenti introdotti da KTM nel 2022, ci ha chiesto di non sporgere denuncia e di dargli il tempo di indagare sulla questione. Eravamo certi che le nuove parti fossero state utilizzate in via sperimentale da un pilota Ajo solo alla fine della stagione 2021, e per questo motivo non erano presenti in nessuno dei listini depositati da KTM nel 2021.
 
Durante la gara del Mugello (due Gran Premi dopo l'incontro di Jerez) abbiamo presentato una protesta formale contro KTM e gli altri marchi appartenenti allo stesso gruppo industriale.
Dopo la gara, il Collegio dei Commissari Sportivi ha ascoltato le nostre motivazioni e il Direttore Tecnico. Dopo aver ascoltato le parti, il Collegio dei Commissari Sportivi ha respinto la nostra protesta informandoci che i nuovi componenti KTM sarebbero stati aggiornati con l'approvazione del Direttore Tecnico, quindi come tali omologati per il 2022.
 
Questa risposta ci ha lasciato di stucco e, avendo ricevuto non una, ma numerose e-mail in cui il Direttore Tecnico negava (senza possibilità di equivoci) alla Honda di apportare le stesse modifiche concesse alla KTM, abbiamo deciso di presentare il ricorso, e siamo stati deferiti al competente Collegio dei Commissari Sportivi d'Appello della FIM. Questa seconda commissione ha dichiarato di non avere sufficienti competenze tecniche per decidere sulla questione e ci ha rinviato alla Corte d'Appello della MotoGP.
 
Resta il fatto che durante il periodo di "congelamento delle prestazioni" che dura dall'inizio della pandemia, KTM ha omologato una moto diversa dalla specifica 2021, tanto che tutti i possessori di moto del gruppo KTM hanno rinnovato gran parte dei loro ricambi.
 
Il 14 luglio, il giorno dopo l'udienza, la Corte d'Appello della MotoGP ci ha comunicato di aver respinto la nostra protesta, e abbiamo preferito aspettare il documento che conteneva le motivazioni del rifiuto (ricevuto il 9 agosto) prima di dare la nostra opinione ai media.
 
In sostanza, siamo stati svantaggiati e riteniamo che anche Honda avrebbe potuto aggiornare le nuove parti prestazionali, se il Direttore Tecnico non si fosse espresso in senso contrario. Esprimendosi in tal senso, la Corte d'Appello ha risposto che ci sono state "incomprensioni" nelle comunicazioni tra il Direttore Tecnico, Honda e Leopard in merito all'interpretazione delle modifiche regolamentari introdotte nel 2022.
La Corte d'Appello considera le e-mail e le altre prove pertinenti come semplici "conversazioni tra individui" prive di qualsiasi valore legale, sminuendo di fatto il ruolo cardine del Direttore Tecnico e lasciando la Moto3 nelle sole mani di un regolamento ambiguo che si presta a innumerevoli interpretazioni. Questo ha creato un precedente epocale in contrasto con quanto espresso dai regolamenti vigenti nella definizione di tali questioni tecniche, ma anche con la lunga tradizione del nostro sport (e, più in generale, del motorsport).
 
Pertanto, il Direttore Tecnico ha affermato di aver autorizzato questi aggiornamenti e che né Leopard né HRC avevano capito di poterlo fare; inoltre, l'attenzione nostra e di Honda nel discutere in anticipo con il Direttore Tecnico qualsiasi modifica apportata alle moto è stata controproducente, mentre il parere del Direttore Tecnico non è apparentemente vincolante e può essere rivisto secondo le necessità.
 
Nonostante ciò, permangono diversi dubbi e domande senza risposta, mentre è un dato di fatto che non tutti i team e i costruttori hanno ricevuto dal Direttore Tecnico della MotoGP le stesse indicazioni per quanto riguarda le modifiche al regolamento tecnico per la stagione 2022. Infatti, come risulta dai documenti depositati presso la Corte d'Appello della MotoGP, il nostro Team e Honda Racing Corporation sono stati impossibilitati dal Direttore Tecnico della MotoGP a implementare allo stesso modo le parti sviluppate, mentre le controparti erano espressamente autorizzate a farlo.
 
Inoltre, non seguiamo la Corte d'Appello della MotoGP quando stabilisce che le nuove parti performanti devono rimanere congelate a partire dalla stagione 2022. Infatti, alla domanda del nostro Team su quali specifiche delle nuove parti prestazionali dovessero essere omologate dai costruttori, il Direttore Tecnico ha risposto che i costruttori avrebbero dovuto prendere come riferimento per l'omologazione le specifiche del 2021, e questo perché la relativa norma era stata concordata alla fine dell'anno 2021.
 
Infine, dai documenti presentati dai costruttori, è emerso con chiarezza che KTM, GasGas e Husqvarna non hanno presentato la lista dei ricambi, necessaria per l'omologazione delle proprie Performance Parts per la stagione 2022, entro la scadenza prevista dal regolamento, senza però chiedere e/o ottenere una deroga o una proroga. Nonostante questo aspetto sia stato debitamente sollevato e discusso durante l'udienza, la decisione della Corte d'Appello della MotoGP sorprendentemente non prende posizione in merito, non menzionandolo nemmeno nella decisione finale.
 
Lasciamo quindi al buon senso di chi legge il nostro comunicato stampa l'interpretazione degli eventi e il giudizio sui soggetti coinvolti. Siamo tornati al lavoro per continuare a migliorare le nostre prestazioni, e ne sono una prova l'ultima vittoria a Silverstone e la costante lotta per le posizioni sul podio. Allo stesso modo, speriamo solo che in futuro nessuna incomprensione, o comunque la si voglia definire, possa influenzare il risultato sportivo di un campionato appassionante come quello della Moto3.
 

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