GP Australia: il borsino dice Bagnaia in rialzo, è ancora lui il più forte

GP Australia: il borsino dice Bagnaia in rialzo, è ancora lui il più forte© Luca Gorini

Il campione del mondo in carica ha risposto al meglio alla velocità e allo stato di forma di Martin, allungando in classifica mondiale 

22.10.2023 ( Aggiornata il 22.10.2023 06:16 )

La cancellazione della gara Sprint del GP d'Australia pone il punto esclamativo sulla reazione di Pecco Bagnaia all'esuberanza tecnica e prestazionale che Jorge Martin mette in atto ormai già da qualche uscita stagionale, essendo divenuto il riferimento per velocità e facilità di risultato. Dopo la caduta di Barcellona ed il filotto di vittorie dello spagnolo, autore di quattro successi nelle Sprint e due nelle gare "lunghe" negli ultimi quattro GP antecedenti al round australiano, per Bagnaia interrompere il cammino e le certezze del rivale non era di certo impresa facile. Eppure la risposta arrivata è stata sintomo di un pilota che ha saputo imporre la sua forza, non tanto in termini cronometrici, quanto di capacità nel mantenere la situazione sotto il suo controllo, arrivando al massimo risultato sperato. 

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Prima la reazione di Mandalika, poi l'allungo in Australia

Nel corso della stagione Bagnaia ha assunto una doppia veste che è riuscito parimenti a rendere efficace. A Mandalika l'italiano non era il più veloce, ma si è dimostrato il più forte, approfittando dell'errore di Martin e raddrizzando al meglio un week-end che in qualifica l'aveva relegato alla tredicesima casella. Nella gara australiana la scelta conservativa della gomma (a dispetto dell'irruenza di Martin nel preferire lo pneumatico morbido) e la gestione ponderata della corsa hanno premiato l'alfiere della Ducati, dimostratosi, al momento perfettamente in linea con le caratteristiche che servono per conquistare l'iride, a prescindere dal riscontro cronometrico.

La chiarezza mentale e la lucidità del pilota di Chivasso s'intravedono anche nelle dichiarazioni che sono seguite alla cancellazione della gara Sprint, a dimostrazione di una gestione complessiva dei propri mezzi che evidenzia un livello forse mai raggiunto prima: "Torniamo dall'Australia con un bilancio positivo anche se poteva esserlo ancora di più. Ho molta fiducia in me stesso, potevamo lottare per le prime tre posizioni nella Sprint, potevamo guadagnare altri punti, cosi come perderli, ma ad ogni modo avremmo potuto lottare".

Un duello che si protrarrà fino alla fine del campionato

Il leitmotiv del finale di stagione che attende la classe regina sarà caratterizzato tanto dalla velocità e dalla consistenza in pista quanto dalla sfida che già adesso si sta giocando al di fuori. Sia Martin che Bagnaia ostentano una lecita e legittima fiducia verso se stessi, quasi a voler intimorire l'avversario con esclamazioni sportivamente decise ed efficaci. Martin ha più volte sottolineato la sua leadership relativamente alla velocità espressa mentre Bagnaia ha spesso palesato un autocontrollo mirato a minare le certezze dell'avversario, che, in un modo o in un altro, negli ultimi due week-end di gara è andato sgretolandosi, quantomeno in termini di risultati. Quando mancano quattro gare alla fine del campionato, Bagnaia può contare dalla sua una mole d'esperienza e di gestione della pressione che il pilota Pramac ancora non possiede e che potrebbe subire (come già visto in parte) nonostante l'indubbia competitività.

"Mancano quattro gare e tre dei circuiti che ci aspettano possono esserci favorevoli, mentre sapevamo che Mandalika, Motegi e Phillip Island sarebbero state maggiormente nelle corde di Martin. Tuttavia abbiamo concluso questo trittico avendo guadagnato tanti punti. Adesso andremo in Thailandia e Malesia, due piste dove l'anno scorso eravamo davvero forti, sono fiducioso, ci potrebbero dare la spinta giusta per il finale di campionato". Questa l'analisi di Bagnaia, soddisfatto e consapevole di aver gestito al meglio il suo periodo stagionale più ostico, dove è riuscito a incalzare Martin tanto da sottrargli punti e allungare in classifica sebbene non partisse da favorito.

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