Ad Austin i due piloti hanno dato vita ad una gara senza esclusione di colpi. Si profila un duello destinato a durare per tutta la stagione
Le prime gare dell'anno hanno sancito la maturazione definitiva di Pedro Acosta, lo spagnolo sta andando incontro all'inevitabile destino dei campioni, un pensiero croce e delizia che lo accompagna dal primo anno in Moto3, quando riuscì a vincere subito il titolo iridato. Facciamo riferimento alla tendenza di compiere un primo anno di veloce ed efficace apprendistato, come è stata la passata stagione in cui vinse tre gare, per poi esplodere nell'anno successivo, come sembra stia succedendo adesso, con due vittorie in tre gare. Lo spagnolo sembra esser maturato un po' sotto tutti gli aspetti, dopo aver dominato i test invernali ha subito confermato la sua velocità vincendo in modo convincente sia a Portimao che ad Austin.
La battaglia contro Arbolino sul suolo americano ha fatto intravedere le motivazioni per la quale le aspettative intorno al 18enne di Mazarron siano legittimamente alte. Dopo aver gestito per tutta la gara la moto, se stesso e gli avversari, lo spagnolo è riuscito a superare l'italiano nell'ultimo giro, sintomo di una maturità che insieme alla freddezza e alla pura velocità ne fanno un mix attraente, intrigante e destinato a creare un forte scompiglio sia in vista del proseguo del campionato che in relazione al suo imminente futuro in MotoGP. Negli anni in molti hanno accostato Acosta a Marc Marquez e Valentino Rossi, intendendo il giovane spagnolo come uno di quei fenomeni generazionali capaci di cambiare le carte in tavola di un campionato. Ciò al momento è tutto da dimostrare ma il paragone sembra poter reggere, e forse pende leggermente dalla parte del nove volte iridato. Il pilota del Team Red Bull KTM non sembra avere la velocità pura, l'aggressività e l'esplosività del Marquez, ma al contempo dimostra una gestione della gara, un modo di condurla e un carattere lucidamente estroverso che ricorda il giovane Rossi.
Come detto, la Moto2 sembra essere all'alba di una nuova avvincente rivalità, cio è possibile grazie alla crescita mentale e tecnica di Tony Arbolino, che al terzo anno nella classe di mezzo sta riuscendo a trovare la sua dimensione. Il talento del pilota di Garbagnate non è mai stato messo in discussione ma quest'anno, in aggiunta, c'è l'elemento della costanza che rende il tutto ancora più interessante. Nelle prime tre gare dell'anno Arbolino è salito sul podio in tutte le occasioni, con la ciliegina sulla torta rappresentata dal successo in Argentina. Cosi come per Acosta, anche per l'italiano la gara di Austin si è rivelata cruciale, avendo mostrato una forte maturità mista alla consapevolezza di potersi giocare la vittoria quasi sempre. Arbolino si è rivelato forte nel corpo a corpo e nella gestione della corsa, anche se pecca ancora qualcosa nel giro secco. Il primo round è andato in archivio senza feriti, per due piloti che come detto si stimano, tuttavia i valori in campo della stagione 2023 e la loro crescita lascia intendere ad un duello destinato a riproporsi lungo l'arco del campionato. Un duello che darà linfa vitale alla categoria e porrà l'attenzione sul percorso di due piloti che strizzano prepontentemente l'occhio alla MotoGP.
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