20 anni fa esatti la gara di apertura di una stagione drammatica per la morte del giapponese ma allo stesso tempo idilliaca per l’Italia
Il 6 aprile è una data che difficile da dimenticare per gli appassionati del Motomondiale. Se da un lato si festeggiava il primo podio di Ducati con Capirossi e la Desmosedici, dall'altro si vivevano momenti di angoscia e tristezza per l'incidente capitato al pilota Honda (team Gresini) Daijiro Kato.
Dopo l’ottimo debutto in MotoGP, datato 2002, nel 2003 il giapponese rimane con la squadra faentina e la Honda gli affida una RC211V factory.
Tutto è pronto, dunque, per la prima gara stagionale. Il paese del Sol Levante stravede per lui, il secondo pilota dopo Harada a fregiarsi del titolo mondiale nella 250. In qualifica il #74 fa segnare l’11° tempo, che all’epoca valeva la terza fila dello schieramento di partenza (le file erano ancora da 4 piloti).
Il giapponese scatta bene e recupera qualche posizione, tagliando il traguardo del primo giro attorno alla sesta-settima posizione. Al secondo giro, in uscita della 130R verso la Casio Chicane, ecco l'impatto spaventoso a 140 km/h contro le barriere esterne della curva e il pilota rimane a terra. Kato riporta diverse ferite a testa, collo e cassa toracica rimanendo in coma per più di 20 giorni, salvo poi spirare due settimane dopo a causa di un infarto cerebrale.
L’altra faccia di quel triste Gran Premio è quella felice dell’Italia che vede salire tre piloti nostrani sul podio (Rossi, Biaggi e Capirossi) e ottenere il primo risultato per Ducati nel suo primo anno di debutto.
Un risultato ancora più degno di nota considerando che Bayliss e Capirossi partivano sfavoriti (P13 l’australiano e P15 il romagnolo) rispetto a Rossi e Biaggi, e con una grande rimonta hanno risalito la griglia grazie alla potenza del Desmosedici Twinpulse che spingeva la GP3.
Il resto è Storia, dalla prima vittoria di Ducati a Barcellona nel 2003, al titolo di Stoner nel 2007 fino ad arrivare alla vittoria di Pecco Bagnaia nel 2022, senza tralasciare le vittorie consecutive dei titoli costruttori (2020-2021-2022) e team (2021-22).
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