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Honda SH125ì/150i DD

C’è ancora qualche amico che, dovendo acquistare uno scooter, chiede se l’SH può essere una buona scelta. Certo che lo è! Otto anni in cima alle classifiche di vendita e oltre 100mila esemplari venduti significheranno pure qualcosa! È anche cambiato, adesso, l’Honda a ruote alte: siamo alla terza generazione, se ci limitiamo al modello coniugato nelle due cilindrate più diffuse, 125 e 150, senza sconfinare negli antichi SH 50 o nel più grosso 300. È cambiato ma è rimasto tutto uguale nello spirito, e nella sostanza non è stato stravolto perché la formula è vincente così com’è e rivoluzionarla sarebbe stato rischioso e inutile. La Honda ha comunque agito con coraggio perché è intervenuta profondamente sulla parte estetica.

Il nuovo SH fa tendenza, ha una carrozzeria inedita che riporta in auge linee più tondeggianti e più moderne, propone una raffica di colori che seguono le mode (bianco, nero, argento) o addirittura le precedono (giallo acido, rosso granata metallizzato, un bluette molto particolare), ma “sotto” resta sempre lui, facile e rassicurante come prima. Anzi, più di prima perché è arrivato il disco anche al posteriore, in luogo del tamburo, e la frenata è migliorata. Nessun miracolo perché gli spazi d’arresto erano ottimi già prima, però quelli da 100 km/h si sono accorciati di un’ottantina di centimetri, e soprattutto è aumentata ancora la pastosità della risposta, cioè è diventato molto più sfruttabile in condizioni normali - non quelle esasperate della prova al limite, in cui si può arrivare a sollevare la ruota posteriore -: in definitiva, è aumentata la sicurezza. Ed è diventato più facile spingere la frenata fin dentro la curva, perché la risposta alle leve è molto progressiva e sorprese non ne riserva mai. Il sistema ad intervento combidi nato qui è proprio un bell’andare, anche se si ha l’abitudine di usare il freno per gestire la velocità tenendo il gas aperto, nelle curve lente.




In fondo questo della frenata è l’unico grosso cambiamento dell’SH: per il resto il nuovo modello conferma quelli che già erano i suoi punti forti, in particolare l’estrema naturalezza della guida. Non è un fatto scontato nemmeno sugli scooter. Invece l’SH ha tutto al posto giusto, ha il baricentro basso e la sella ad un’altezza che permette a chiunque di arrivare a terra e soprattutto è assolutamente neutro: non cade dentro le curve lente e non si alleggerisce in quelle veloci, non fa un bel niente di niente. Semplicemente si lascia portare con docilità, rassicurante e solido anche se pesa solo 133 chili.

L’avantreno è più caricato di quanto si potrebbe pensare, come avviene per parecchi in questa categoria, e non è che la cosa dia fastidio. L’SH si maneggia bene ed è agile senza sconfinare nelle risposte nervose, passa bene dappertutto ma mantiene un’ottima stabilità sul veloce - relativamente “veloce”, vista la cilindrata -. È divertente anche se viene voglia di spiegazzare un po’, nei limiti di uno scooter; anche qui sincero, facile, perché tutto è a misura di persona normale. Anche le sospensioni: morbide, comode. Sui fondi ondulati si muovono, affondano in frenata e quando si inserisce il mezzo in traiettoria, ma non innescano ondeggiamenti e sono confortevoli, sul pavé si viaggia sul velluto; non riescono a filtrare totalmente solo le buche profonde, ma... si può capire.




Naturalmente su un mezzo del genere la praticità ha la precedenza, anche se è solo questione di particolari. Cose come gli specchietti ampi e correttamente distanziati dal conducente, il cruscotto che non ha nulla più degli altri ma è gradevole alla vista e di facile lettura, ci sono pedane estraibili per il passeggero, un portapacchi grande e la sella ad apertura centralizzata; sotto, lo spazio è risicato, ma con 100 euro in più all’acquisto si può avere l’SH con bauletto e parabrezza, eliminando così l’altra pecca dell’Honda a ruote alte: la mancanza di protezione per il busto.

Poi, andando a spulciare, si potrebbe chiedere anche una stampella laterale, ma su un mezzo così leggero non è fondamentale. Insomma, anche in questa versione più recente l’SH è una certezza. Il dubbio che si può avere è sulla differenza tra i modelli 125 e 150 cm3, sulla convenienza dell’uno sull’altro che non è racchiusa solo nei 150 euro di differenza del prezzo d’acquisto: significa anche la necessità della patente A per il più grosso, mentre per il 125 bastano 16 anni e la patente B, ma in cambio il 150 ha accesso ad autostrade e tangenziali; percorrerle col 125, multe a parte, significherebbe non essere coperti dall’assicurazione.




Ma tutte queste cose già si sanno e le valutazioni hanno carattere personale. Per il resto, l’unica differenza è nelle prestazioni. Perché anche in questa versione nuovissima presentata ad inizio anno i due SH sono identici in tutto e per tutto, a parte la cilindrata. La differenza sta in poco meno di una lattina di birra, circa 28 cm3, ma si sente. Numeri alla mano e non soltanto. La velocità cambia di poco più di 4 km/h, da 104,4 a 108,7, e non è molto; già l’accelerazione si sente di più, c’è oltre un secondo sui 400 metri, che diventa quasi due e mezzo sul chilometro, così come c’è un secondino nella prova di ripresa sui 400 metri, e due sul chilometro.

In sintesi: entrambi i motori vanno molto bene, girano come degli orologi e hanno un’erogazione esemplare e senza strappi; il 150 ha una leggera vibrazione sulla parte sinistra della pedana, però è più pieno ai medi regimi e “gira” leggermente di meno, cosa che lo rende estremamente godibile. Con una differenza, rispetto al 125, superiore a quanto si sarebbe portati ad attribuire a soli 28 cm3. Naturalmente, sempre con consumi molto modesti: 31,3 km/litro per il 125, 29,4 km/litro per il 150. Per farsi volere bene è fondamentale.




Dati dichiarati

Prezzo: 125: 3.245 Euro f.c. 150: 3.395 Euro f.c.
Potenza: 125: 13,7 CV a 9.500 giri/minuo. 150: 15,8 CV a 8.500 giri/minuto
Coppia: 125: 1,17 kgm a 7.250 giri/minuto. 150: 1,43 kgm a 7.000 giri/minuto
Peso in ordine di marcia: 136 kg
Colori: argento, bianco, giallo acido, rosso granata, bluette, nero

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