Campione in carica Supersport, rookie SBK già in grado di vincere. Nicolò Bulega ha compiuto il salto di categoria, offrendo un tasso di classe già visto nei suoi anni di - giovane - carriera, esploso a Phillip Island, occasione di round inaugurale 2024. Osservando la sua guida, abbiamo notato come sembrasse andare a spasso, invece...
Bulegas, fisicato e atletico
Già quando correva - e vinceva - nel CEV Moto3, era alto e slanciato, "skinny", come dicono gli anglosassoni. Di anno in anno il fisico di Nicolò è cresciuto, mostrandosi oggi tornito e statuario, soprattutto nella zona dorsale, nel petto e quadricipiti femorali.
Ore di allenamento, in aggiunta alla barba recentemente sfoggiata, fanno sembrare Bulega più adulto del suo essere ventiquattrenne. Il passo nel paddock e nei box è lento, come se calcasse palscoscenici iridati da tempo; in effetti è così perché talento e precocità lo portarono presto nel mondiale, per corse disputate nella entry class e in Moto2.
Nicolò si muove meno, ma fa più strada
in sella è diverso. fateci caso. Bulega sfrutta la propria corpulenza per ottimizzare il consumo degli pneumatici e per ottenere trazione massima, muovendosi tra piano di seduta e pedane, misurando azione frenante e momento in cui piegare la moto, tenendola "dritta" il più possibile.
Nonostante sia più alto e pesante di molti avversari, Nicolò riesce a essere agile e rapido, anche perché spende meno tempo in piega, arrivando al punto di corda in extremis, uscendo dalla curva subitaneo. Dire che spezzi la piega non è corretto ma, se lo guardate attentamente, noterete come la sua Ducati rimanga inclinata giusto il necessario per voltare.
E lo fa precisa, senza evidenti sbandate o perdite di aderenza. Il polso destro del numero 11 è calibrato, come se suonasse un accordato strumento. Verrebbe da definire il nativo di Montecchio Emilia un "pianoforte" della SBK, concittadino di Francesco Gualerzi, musicista e compositore soave che ha ricevuto premi e riconoscimenti assoluti.