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Sorpresa o difficoltà: la SBK 2023 di Petrucci

© Barni Racing Team

Danilo “Handyman” Petrucci è pronto per lanciarsi nella sua nuova avventura: dopo Stock 1000, MotoGP, MotoAmerica e Dakar, il ternano nel 2023 sarà nuovamente nel paddock del Mondiale Superbike ma da rookie della Superbike dopo la firma del contratto con il team che lo aveva lanciato nel palcoscenico italiano e mondiale, Barni Racing. 

“Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”


Questa parte di “Amici miei” di Antonello Venditti sembra calzare a pennello su Danilo Petrucci. Il ternano, dopo aver iniziato con la Stock 1000 nel biennio 2010-2011 prima di trasferirsi nel paddock del Motomondiale l’anno seguente ingaggiato dal team Ioda nella categoria CRT della MotoGP grazie alla seconda posizione in Stock 1000 nel 2011 alle spalle di Davide Giugliano. 

Dopo l’impresa sfiorata nel 2022 nel MotoAmerica (secondo alle spalle di Gagne per pochi punti), Danilo Petrucci nel 2023 sarà un rookie del Mondiale Superbike ma si troverà in una realtà ben conosciuta, quel team Barni che lo aveva lanciato alla conquista della Stock tricolore ed il secondo posto in quella europea.

Circuiti più o meno conosciuti


A differenza dell’avventura americana, nella quale ha patito il fatto di non conoscere il 90% dei tracciati (esclusi Austin e Laguna Seca), la seconda vita nel paddock della Superbike lo porta su circuiti che Petrucci conosce (quasi) come le sue tasche: Australia, Barcellona, Assen, Misano, Aragon e Portimao.

Le incognite sono, su quelle piste, mai viste o affrontate anni addietro in Stock 1000 come Donington Park e Magny Cours o Most, Argentina e Mandalika. Una situazione simile a quella di Bautista nel 2019 appena sbarcato in Superbike dalla MotoGP con piste a lui sconosciute tipo Imola.

Dal sogno americano al Mondiale come i grandi della SBK


Danilo è solo l’ultimo dei piloti Ducati passati dalla AMA al Mondiale: basti pensare agli aussie Troy Corser e Troy Bayliss, o l’americano Ben Bostrom. L’augurio è che possa ripercorrere le orme dei suoi illustri predecessori e trovare la sua dimensione nel paddock che lo ha adottato nei suoi anni iniziali di carriera per poi ri-accoglierlo ormai uomo.

Petrucci è un tipo tosto e sicuramente non si farà scoraggiare dalle prime fisiologiche difficoltà che incontrerà in un ambiente a lui nuovo. Di fatto è un rookie della Superbike anche se il paddock lo conosce molto bene, avendoci corso nei primi anni di carriera in Stock 1000.

Uomo Ducati


Nonostante la parentesi con KTM per la MotoGP e la Dakar, il ternano è un uomo Ducati e di Borgo Panigale è stata la decisione di mandarlo in America per provare a conquistare il MotoAmerica. Ducati avrebbe voluto che rimanesse un altro anno per riprovare a vincere il campionato con l’esperienza maturata sui tracciati americani, troppo forte però è stato il richiamo della Superbike per non farsi scappare questo treno e salirci sopra alla prima occasione. 

Moto factory in team clienti


Per Petrucci l’obiettivo di quest’anno, oltre a cercare di essere la sorpresa della stagione (sebbene debba vedersela con piloti già rodati nel Mondiale), è quello di risollevare il team Barni che tanto sta faticando dall’avvento della V4R rispetto a quanto non faceva con la vecchia V2.

Ecco, questa è la sfida più grande che dovrà affrontare il ternano durante l’anno (oltre ad imparare in fretta i circuiti per lui nuovi), riportare Barni Racing ad essere squadra di riferimento Ducati tra i team satellite, negli ultimi anni surclassata da Go Eleven e Motocorsa con Axel Bassani.