di Riccardo Piergentili
ALCAÑIZ – È verde, ha uno sguardo minaccioso, delle carene super avvolgenti e il
numero 1 sul cupolino. È la Kawasaki ZX-10R con cui
Jonathan Rea ha vinto il titolo iridato della
SBK. Molti vorrebbero
guidarla ma possono solo
ammirarla. Perché questa
Ninja non è in vendita. Per un giorno, però, la sua sella è stata a disposizione di pochi, pochissimi
“comuni mortali”, quelli che un
mondiale non lo vinceranno mai ma che sanno riconoscere e apprezzare qualcosa di
speciale.
IL TRIONFO DELL'EQUILIBRIO - La ZX-10R
SBK è speciale davvero, perché, a differenza di altre moto da corsa, sa
emozionare senza mettere in imbarazzo. Tutte le
supersportive di serie dovrebbero essere come lei: potente,
potentissima ma anche sorprendentemente
guidabile. La moto di
Jonathan Rea è un trionfo dell'equilibrio, una fonte inesauribile di
adrenalina, un missile da oltre
300 km/h che obbedisce in tempo reale a qualsiasi ordine.
SEMBRA UNA MOTO DA “TUTTI I GIORNI” - Le moto da corsa nascono intorno alle esigenze dei
funamboli che le guidano e per questo spesso sono ingestibili dai non professionisti. La
ZX-10R SBK, invece, è incredibilmente versatile, perché, adatta a un
campione del mondo ma anche a chi non è abituato a gestire
225 CV a quasi
15.000 giri/min!
UN MOTORE DA FAVOLA - Il propulsore di questa
Ninja è qualcosa di difficilmente descrivibile con le parole. Va decisamente meglio rispetto all’unità montata sulla
moto di serie, che ha un ottimo
allungo ma ai
medi regimi non è performante come i migliori
quadricilindrici in linea della sua categoria. L'erogazione del propulsore della
ZX-10R SBK, invece, è talmente fluida che... con la moto di
Jonathan Rea sarebbe possibile andare in centro città a prendere l'
aperitivo!
FACILE E COMODA COME UNA MOTO DI SERIE - Certo, sarebbe difficile passare inosservati, soprattutto a causa del
rombo proveniente dallo scarico,
acuto ma aggressivo. Spalancando il gas si attiva l'
iperspazio, però la moto non decolla, anzi, resta sempre
stabile. L'avantreno si alleggerisce ma l'
impennamento (che sulle supersportive di serie è diventato un problema enorme) è pari a zero. Questa
Ninja mangia l'asfalto,
vola da una curva all’altra, con l’ampio cupolino che protegge il
casco ma anche le
spalle. In rettilineo,
zero fruscii, zero ondeggiamenti, tanta stabilità e addirittura
comfort!
CONTROLLO TOTALE - La posizione di guida della
ZX-10R SBK è migliore rispetto a quella del modello di serie. I
semimanubri sono alti e larghi, la sella è morbida e non eccessivamente alta. A bordo lo spazio abbonda e la
libertà di movimento è esagerata. Insomma,
niente estremizzazioni ma scelte che favoriscono il controllo della moto in
condizioni limite.
L'ELETTRONICA DI UN'ASTRONAVE - Quando si inizia a spingere, emerge l’
unica vera differenza rispetto alle moto di serie: l’elettronica. Sulla ZX-10R SBK
la frizione va usata solo per partire. Poi... bisogna scordarsela. In
staccata è tutto più semplice. Bisogna
frenare in maniera progressiva ma decisa, tirando la leva fino a percepire il sollevamento della ruota posteriore. Nel frattempo, bisogna
scalare velocemente. Al resto penserà tutto l’elettronica...
Che spettacolo!
INCOLLATA ALL'ASFALTO - In sella alla
Ninja di
Jonathan Rea sembra di avere le
ventose al posto delle ruote. Il
grip a disposizione è qualcosa di
inimmaginabile e il merito è anche delle
sospensioni, che, a differenza di quanto si potrebbe pensare, sono abbastanza
morbide. La parola d’ordine è
“raccordare”, sfruttando quella perfetta
armonia tra motore, ciclistica ed elettronica. Armonia che consente di
andare fortissimo, faticando pochissimo.
Twitter: @Hokutonoken_79