A Phillip Island, sia Marco Melandri che Eugene Laverty hanno avuto problemi di adattamento con la versione 2011 della Yamaha R1. L’italiano, ha girato praticamente solo con la nuova moto, con la quale dovrà correre il prossimo Mondiale Superbike, mentre l’irlandese ha preferito continuare il proprio apprendistato con la SBK, guidando la versione 2010. "Ho girato quasi sempre con la moto nuova perché è quella che useremo e non ha senso perdere tempo con la 2010, comunque in questo momento più competiva” ha spiegato il ravennate, a conferma che la versione 2011 è ancora tutta da sviluppare.
A questo punto la domanda sorge spontanea: com’è possibile che una moto (stradale) che non è cambiata tecnicamente (le R1 2010 e 2011 sono identiche), nella sua versione da pista sia così diversa da un anno all’altro? La risposta sta nel regolamento… ma non solo. La R1 SBK 2010, monta iniettori e pompa non di serie, che invece utilizza la versione 2011 (il regolamento tecnico è cambiato), ma non è tanto questo che non è piaciuto ai piloti.
Quello che più ha condizionato i test di Melandri e Laverty a Phillip Island è stata la nuova distribuzione dei pesi. Perché la R1 SBK 2011 torna ad avere il serbatoio del carburante davanti alla sella e non sotto, com’è accaduto sulle moto 2009 e 2010. La scelta di portare il carburante sotto il pilota fu dettata dal fatto che la R1 2009 era più caricata sull’anteriore rispetto al modello 2008, sbilanciando così la moto troppo sull’anteriore. Inoltre, spostando la benzina sotto la sella, aumenta la trazione e soprattutto il centro di gravità resta in una posizione più stabile durante la gara, visto che man mano che il carburante si consuma, il peso diminuisce, ma lo fa in un punto più vicino al centro della moto e non in alto, come accade nel caso di serbatoi tradizionali.
Sulla R1 2011 sparisce quindi il tanto discusso tappo del serbatoio posto dietro la sella, per tornare in una posizione più classica, come si vede nella foto in alto: la moto di Melandri, col numero 33, è la versione 2011 e lo si nota dal serbatoio in alluminio posto davanti alla sella (lo si vede anche nella foto sotto, dove Laverty è in azione con la moto 2011, nella quale la posizione del tappo del serbatoio è ben visibile), mentre quella di Laverty, col numero 05, ha il tappo del serbatoio dietro la sella, col carburante che rimane per intero sotto al pilota.
Un notevole dietrofront per la Yamaha, che sicuramente, adesso, si dovrà scontrare con un problema in più, quello di ritrovare quell’equilibrio che nel 2009 ha permesso a Ben Spies (che comunque ci ha messo tanto del suo) di vincere il titolo iridato.
Giulio Fabbri