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Quella (s)volta che: il Tutagate e i suoi casi analoghi del passato

Il Tutagate che ha visto protagonista Fabio Quartararo negli ultimi giri del GP Catalunya ha tenuto banco per oltre una settimana. Colpa dell’unicità di un simile inconveniente e del mancato intervento della Direzione Gara che avrebbe dovuto fermare il francese per il tempo necessario a ripristinare le condizioni di sicurezza del suo abbigliamento.

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Nessun precedente, ma casi analoghi


Nonostante diverse ricerche non sono riuscito a scovare casi analoghi. Tuttavia ho riportato in superficie un episodio accaduto nella prima edizione del GP Qatar, nel 2004. Quel weekend passò alla storia per la penalizzazione di Valentino Rossi e Max Biaggi, retrocessi in fondo alla griglia perché alcuni membri dei loro team furono sorpresi a spazzolare e pulire la piazzola da cui i due big italiani sarebbero partiti in gara. Il romano finì 6° a 39 secondi da Sete Gibernau a cui il pesarese, caduto dopo cinque giri, dichiarò apertamente guerra, accusandolo della soffiata: “Speravo di avere una scusa per non parlargli e adesso ce l’ho. Sete è il mandante, mentre l’esecutore è Juan Martinez, suo capotecnico diventato famoso grazie a me”.

Nella 250, invece, l’assenza di dati pregressi su quel tracciato comportò distacchi importanti fin dalle qualifiche: in pole l’Aprilia di Sebastian Porto con 471 millesimi sulla Honda di Dani Pedrosa, oltre un secondo e un decimo sulla seconda moto di Noale e un secondo e 7 decimi sulla terza, rispettivamente affidate Alex De Angelis e Randy De Puniet. Quinto, a sei millesimi dal francese, Toni Elias con la Honda-Fortuna. Il nome dello sponsor non rispecchiò la situazione dello spagnolo, perché ai tempi la prima fila era composta da quattro moto, ma nulla in confronto a quanto gli accadde nel giro di ricognizione: la saponetta posta sul ginocchio destro si staccò e così Elias rientrò ai box per farsene mettere un’altra.

Costretto a partire dalla corsia box, Toni si rese protagonista di una rimonta memorabile: da 24° alla fine del primo giro, entrò nella Top 10 al quinto ma poco dopo come raccontò“L’ho persa (la saponetta, ndr) di nuovo e quindi ho continuato la gara appoggiandomi sulla parte in pelle della tuta finché non si è completamente consumata, e quando ho sentito che iniziavo a strisciare con la pelle del ginocchio ho dovuto smettere di appoggiarmi. Questo è stato un handicap molto importante”. In effetti dal terzo al dodicesimo giro girò sempre sotto il 2’05”9 spingendosi fino a 2’04”6, arrivando a meno di sei secondi da Franco Battaini, quarto. Quando però la pelle della tuta iniziò ad assottigliarsi, Elias alzò i suoi crono di un paio di secondi, ma riuscì a concludere al sesto posto – lo stesso a cui è stato confinato Quartararo per la duplice penalizzazione di Barcellona – a 14 secondi da Battaini: “Senza tutti questi problemi sarei potuto facilmente andare a podio”.

Il caso di Nicky Hayden e Jorge Lorenzo


Sei anni dopo a patire un simile guaio fu Nicky Hayden in occasione del GP Indianapolis. Scattato dalla prima fila, l’indimenticato Kentucky Kid perse la saponetta dopo pochi km: "Non riesco a credere a ciò che è successo, ho perso per un istante l’anteriore al terzo giro e il mio ginocchio sinistro si è incastrato su un tombino posto su un cordolo e così si è strappato il velcro. Mi ha quasi disarcionato dalla moto. All’inizio ho sentito un dolore acuto ma me ne sono accorto soltanto al traguardo. Qui ci sono molte curve a sinistra e da quel momento ho dovuto prendermela con molta calma". Curiosamente, anche il ducatista (sotto, con il particolare della ginocchiera sinistra ormai a pezzi) finì in sesta posizione, mentre la tuta bucata all’altezza del ginocchio risultò da buttare.

Restando in tema saponette va ricordato l’episodio di cui è stato protagonista Jorge Lorenzo nelle seconde libere del GP Argentina di due anni fa. Le immagini TV mostrarono le scintille che producevano a contatto con l’asfalto, a causa dei piccoli chiodi in titanio di cui erano dotate. In quel caso Danny Aldridge, direttore tecnico della MotoGP, chiese di toglierle e pochi giorni dopo la Safety Commission introdusse il divieto di utilizzare saponette con materiali metallici perché le scintille avrebbero potuto condizionare od ostacolare il campo visivo altrui.

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