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Giri e gare: il fascino di Roseto Capo Spulico

Un vecchio gigante che guarda il mare dall’alto di una scogliera. Il Castello Federiciano di Roseto Capo Spulico, sulla costa ionica della Calabria in provincia di Cosenza, è una suggestiva struttura realizzata dai Normanni nell’XI secolo sui ruderi di un antico monastero.

Prima roccaforte templare, poi fortilizio di Federico II di Svevia, fu proprio lo “stupor mundi”, a cui il castello stava particolarmente a cuore, a valorizzarne ulteriormente l’architettura. Oggi proprietà di privati, ospita un ristorante e una sala ricevimenti, ma il suo fascino di maniero fortificato in riva al mare è rimasto intatto, e merita sicuramente di essere ammirato. Possibilmente dalla bella spiaggia che lo circonda.

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Tra borghi e prelibatezze


Poco distante, la statale 481 costeggia il torrente Ferro in direzione Oriolo, antico borgo di origine medievale, inserito nella lista dei più belli d’Italia. Il castello normanno e la chiesa madre di San Giorgio Martire, sono le sue perle più preziose, strette tra le fitte vie del centro storico. Ma anche le prelibatezze locali meritano attenzione: salumi, formaggi, olio e pane casereccio sono soltanto alcuni degli ingredienti di una tradizione gastronomica ricca e genuina. L’agriturismo Nonna Maria (contrada Masticosa, tel. 347/795.05.65) è un buon indirizzo da cui partire.

Si prosegue lungo la statale 481, sperimentando curve di ogni genere in direzione Cersosimo. L’ingresso in Basilicata, tra calanchi, prati e colline a perdita d’occhio, è caratterizzato da piccoli centri, ognuno custode di curiosità e tradizioni antiche. Come Noepoli, che all’interno del centro storico, oltre al castello e a diversi edifici religiosi e nobiliari di pregio, custodisce l’antico Palazzo del Piacere, dove i Pignatelli, i signori del luogo, esercitavano lo ius primae noctis.

Raggiungendo la statale 653


Poco oltre, è la bellezza della diga di Monte Cotugno a rapire i sensi con suggestioni inattese: quando i primi riflessi del lago appaiono davanti alla visiera del casco, si rimane a dir poco a bocca aperta davanti allo scenario in cui è incastonato questo invaso artificiale; ancor di più, quando si attraversa il lungo viadotto che, letteralmente, vola sopra le acque, tagliandone un intero ramo. Ancora qualche chilometro tra le spire veloci della statale 653 e si raggiunge Valsinni, con il suo bel castello risalente all’anno 1000. Il maniero deve la sua fama alla triste storia della poetessa Isabella Morra che, nata tra le sue mura nel 1520, vi morì 26 anni dopo per mano dei fratelli, dopo la scoperta della relazione clandestina con il barone di Bollita, Diego Sandoval de Castro.

Da Valsinni, facendo attenzione a seguire le indicazioni per Sinnica, si prosegue sulla tortuosa provinciale San Pietro Tascione, che infilza un territorio dalla bellezza magnetica, aspra e selvaggia, in ogni stagione dell’anno. Raggiunta la statale 653, si avanza bordeggiando il corso del Sinni fino a poco prima che si getti nelle acque cristalline dello Ionio, per poi svoltare a destra e tornare a Roseto Capo Spulico attraverso la litoranea E90 e chiudere il giro.

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