«La pista era scivolosa– ha spiegato Marchetti – ma soprattutto il vento era davvero forte e rendeva la guida imprevedibile: in queste condizioni, in frenata la moto ondeggia a destra e a sinistra, e nei cambi di direzione può succedere di trovarsi con la moto che non si alza, se il vento spinge dalla parte opposta, oppure che va giù di colpo e rischia di sbatterti a terra, se il vento spinge a favore. Era facile finire fuori e sarebbe stata una sciocchezza farsi male a pochi giorni dalla partenza, quindi non ho cercato tempi ad effetto: a quello penseremo a Daytona».
Marchetti in Florida correrà con una Ducati 848 Evo allestita per lui dal team Ducshop, di Atlanta, ma salirà su quella moto solo là; per questi test ha usato la sua 1198 da allenamento, che aveva una ciclistica poco a punto. «Saltava come un canguro, ma per un allenamento va bene anche così. Quella vera sarà a posto e quello è l’importante, anche perché ci sono le condizioni per puntare a un risultato di prestigio: le nuove Ducati sono molto più competitive, anche il mio compagno di squadra Zemke si è detto contentissimo dopo un test in America». A Rijeka Marchetti ha coperto 91 giri, circa 400 chilometri, approssimativamente la distanza su cui si correrà la 200 Miglia.
«Sì ma li ho fatti in un giorno e mezzo. A Daytona sarà meglio metterci molto meno». Questi test hanno segnato anche il ritorno sulla pista in cui due anni fa il bolognese ebbe un gravissimo incidente, in cui riportò gravi danni alla spalla destra. «Questa uscita serviva anche a preparare la spalla perché a Daytona sarà dura fisicamente; comunque sono soddisfatto: non mi ha dato problemi, a parte un certo indolenzimento». Le prime prove sulla pista della Florida saranno giovedì prossimo; la gara nella notte di sabato, ora italiana.