E' Maverick Vinales il vincitore della prima gara della storia della Moto3, il vero protaginista, però è stato il sedicenne Romano Fenati con la FTR Honda del Team Italia.
Il pilota della Federazione Motociclistica Italiana, che ha compiuto sedici anni da solo due mesi, è scattato benissimo dalla seconda fila dello schieramento, grazie al sesto tempo ottenuto in qualifica. Alla prima curva, Fenati era primo e solo dopo due giri transitava sul traguardo con quasi due secondi di vantaggio.
Dietro di lui il solo che riusciva a staccarsi dal gruppo composto da Louis Salom, Sandro Cortese e Arthur Sissis, era Maverick Vinales che riusciva a riprendere il nostro pilota dopo 5 giri. La coppia Fenati Vinales è stata insieme per gran parte delle gara, con i due che si misuravano sul rettilineo di arrivo in vista della volata finale che però non c'è stata.
Vinales a 6 giri dalla fine della gara decideva di provare ad andare via e ci riusciva. A quel punto Fenati ha gestito la corsa da pilota navigato accontentandosi del secondo posto nella sua prima gara mondiale. Il pilota ascolano che è anche il campione europeo in carica, dunque, conquista 20 punti iridati alla sua prima uscita e diventa già pericoloso per tutti quelli che non lo avevano considerato pronto per lottare nelle prime posizioni.
"Sono partito bene - ha detto Romano Fenati al parco chiuso - ma è una cosa che non faccio mai. E' bello essere a podio nella prima gara, in effetti volevo vincere, ma con i duelli con Vinales ho finito le gomme, quindi sono secondo".
Alessandro Tonucci, il compagno di squadra di Fenati, è caduto al primo giro, centrato da un'altro pilota. Peccato, perchè dopo gli infortuni di quest'inverno, Tonucci aveva fatto delle belle prove e poteva fare una gara nei primi 10.
Parlando degli altri italiani, 17° ha chiuso la sua prima gara mondiale Niccolò Antonelli, mentre Luigi Morciano si è dovuto ritirare per problemi al motore della sua Ioda. Il pilota romano ha avuto qualche difficoltà anche nel warm up lap, poichè la moto sembrava non volesse saperne di avviarsi. Per la Ioda, c'è ancora da lavorare.
Luca Bologna