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MotoGP del Mugello per Bezzecchi: "La vittoria di Simoncelli, i caschi di Rossi"

E’ uno degli eroi nazionali più attesi, nero-ufficiale e capace già di vincere una gara 2025. Sta portando avanti lo sviluppo “da solo”, contestualmente attaccando gli avversari. Cresce, impara, lotta, vince. Marco Bezzecchi parte carico e convinto per il Mugello, portandosi il successo britannico di Silverstone e la comprovata capacità di saltare l’uomo come nessuno sa fare. Il Gran Premio MotoGP di Italia lo vedrà ancora superare gli avversari come birilli?

Il computo di sorpassi compiuti quest’anno a bordo della quattro cilindri veneta ha regalato spettacolo, stesso obiettivo dichiarato dal ventiseienne romagnolo marcato Aprilia Racing: “Esatto, voglio dare spettacolo” il numero 72, settimo in classifica, affronta per la nona volta il saliscendi toscano in ambito iridato, del quale annovera la seconda posizione in Moto3 nel 2018 e la terza in Moto2 nel 2021 “lavorando sodo insieme alla squadra, continuando la parabola di crescita, malgrado sappia quanto ci sia da fare per migliorare le qualifiche, fase molto importante del weekend. Partire il più avanzato possibile mi agevolerebbe non poco, perché le prestazioni e il ritmo ci sono, eccome”.

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Bezzecchi: dedica speciale per il Gran Premio di Italia

In virtù di quanto fatto sinora, con quali aspettative ed emozioni guardi al fine settimana in arrivo?

“Anzitutto, sono veramente contento: essendo quella che ci aspetta è una gara da disputare in Italia, giungeranno in circuito i nostri tifosi, sempre speciali con noi. Non che gli altri tifosi non lo siano, ci mancherebbe, però dai: da buon italiano, sono attaccato ai tifosi nostrani”.

Tu sei romagnolo, Misano è casa tua: che differenza c’è col Mugello?

“Parliamo di due ambiti diversi. Quando si va in Toscana, si parte per un Gran Premio speciale: considero la vera gara italiana quella del Mugello. Il tracciato è fantastico, con podio a dominare una delle piste più belle del calendario Mondiale. Ecco perché il tutto è speciale, però differente da Misano, che è altrettanto magnifica”.

Caratteristiche della RS-GP e tue in collaborazione: in quali punti potresti fare la differenza con l’Aprilia?

“La nostra Aprilia si sta rivelando davvero competitiva nelle curve ad ampio raggio e quando si rimane in percorrenza a lungo. E il circuito del Mugello offre parti teoricamente favorevoli. Per esempio, le due Arrabbiate, il Correntaio, la Bucine: lì la RS-GP potrebbe trovarsi bene, io pure. A proposito: le Arrabbiate sono le mie pieghe preferite di tutto il circuito, mi piace in particolar modo la prima delle due”.

Quale è il ricordo di carriera più bello sinora del tuo personale Mugello?

“Il secondo posto da podio ottenuto in Moto3 nel 2018. Il primo trofeo conquistato al Mugello coincide con un desiderio nutrito dapprima e poi appagato: sin da piccolo, sognavo di salire lassù, su quel podio. Ci sono riuscito alla seconda stagione completa nel mondiale. Mi sovviene un dettaglio: nonostante all’epoca fossi poco conosciuto dalla gente, ho sentito il fragore dei tifosi quando salivo là in alto. Sì, a oggi quello resta il ricordo più bello dei Gran Premi Italia disputati”.

Gran Premio Italia significa casco con grafica ad hoc. Quali ricordi, ne avrai una tua?

“Mi vengono subito in mente le tante grafiche proposte in carriera da Valentino Rossi, sicuramente. Ne ha portati parecchi di caschi dedicati, ma ricordo in primis la faccia spaventata, per descrivere la staccata della San Donato. Lui ha corso per stagioni e stagioni al Mugello, quel casco 2008 rimane il mio favorito. Pure io avrò qualcosa di speciale e dedicato, lo vedrete sul mio casco”.

Quale gara scegli alla quale ha assistito in qualità di spettatore?

“Sicuramente, scelgo l’indimenticabile vittoria di Marco Simoncelli in dueemmezzo nel 2008. Ero lì, in tribuna a godermi la gara. Il mio babbo aveva una persona a cui ogni tanto aggiustava il camion, perciò capitava che qualche biglietto saltasse fuori. E sono saltati. Ci siamo andati, fu magnifico. Ecco perché ricordo il successo del SIC in 250, ebbi l’occasione di viverlo in prima persona e direttamente sul posto”.